Gaza, "323 bimbi palestinesi chiusi in prigioni israeliane senza diritti né garanzie": lo spaccato di un sistema che nega e criminalizza l'infanzia

Oltre 300 bambini palestinesi imprigionati da un sistema criminale israeliano legalizzato, che agisce indisturbato in nome della cosiddetta "detenzione amministrativa", tenendo con sé civili senza accuse né processo. La violenza quotidiana contro minori e bambini palestinesi costituisce l'altra gravissima faccia del genocidio, contro cui si levano voci, ma le azioni concrete sono assai lontane

Secondo i dati del servizio penitenziario israeliano, al 31 marzo 2025 erano detenuti 323 bambini palestinesi nelle lugubri e pericolosissime carceri israeliane, il numero più alto dal 2017. Di questi, 119 bambini - il 37% del totale - sono ristretti senza alcuna garanzia di legge in base alla famigerata detenzione amministrativa, senza accusa né processo.

"Non sono casi isolati"

Mohammad Ahmad Hamad, 16 anni, è tornato dalla famiglia a Nablus dopo 13 mesi di detenzione: pallido, sottopeso, trasformato dalla fame e dagli abusi psicologici e fisici. Ayham Nawaf Al-Salaymeh, 15 anni, è stato picchiato, gli hanno spezzato le dita, lo hanno costretto a rasarsi la testa prima del rilascio. Sally Odeh e Hanaa Hammad, entrambe di 17 anni, vivono in condizioni di detenzione durissime, prive di cibo e forniture igieniche adeguate, private della loro educazione e di una vita normale. Hanaa è detenuta in detenzione amministrativa senza alcuna accusa specifica, costantemente monitorata da telecamere di sorveglianza, derubata dei suoi sogni. Tutti loro e tanti altri sono il volto di una pratica sistematica che ha raggiunto proporzioni senza precedenti, sia il numero più alto che la proporzione più elevata mai registrata, da quando Defense for Children International-Palestine ha iniziato a monitorare questi dati nel 2008.

Un sistema che criminalizza l'infanzia

Israele è l'unico Paese al mondo che processa sistematicamente i bambini davanti a tribunali militari. La detenzione amministrativa - che consente di imprigionare delle persone a tempo indeterminato senza accusa formale basandosi su "prove segrete" - viene applicata sempre più frequentemente ai minori palestinesi. Dal 7 ottobre 2023, sono stati registrati almeno 1.200 casi di arresti di bambini tra Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Nel 2016, Israele ha introdotto una nuova legge che consente di ritenere penalmente responsabili bambini di età compresa tra 12 e 14 anni, permettendo di processarli come adulti e condannarli a pene detentive. La detenzione può iniziare quando il bambino compie 14 anni, ma l'arresto e le accuse possono avvenire prima.

Le ragioni degli arresti variano dal lancio di pietre alla partecipazione a raduni di appena 10 persone senza permesso, fino a qualsiasi altra questione che possa essere interpretata come politica. Si stima che tra 500 e 700 bambini palestinesi vengano detenuti e processati ogni anno dal sistema di detenzione militare israeliano.

Torture e abusi sistematici

Tra gennaio 2016 e dicembre 2023, Defense for Children International-Palestine ha documentato 838 casi in cui bambini palestinesi detenuti dalle forze militari israeliane sono stati sistematicamente torturati, ammanettati, bendati, perquisiti a nudo e privati di cibo e acqua durante il periodo di interrogatorio. In quasi tutti i casi documentati, i bambini sono stati interrogati senza la presenza di un avvocato o di un familiare, e la stragrande maggioranza non ha potuto consultare un legale prima dell'interrogatorio. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno denunciato come la tortura in custodia israeliana costituisca un crimine contro l'umanità prevenibile, citando testimonianze di waterboarding e del rilascio di cani sui detenuti (OHCHR, Office of the High Commissioner for Human Rights  - Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani). A febbraio 2024, diversi esperti ONU hanno espresso grave preoccupazione per i rapporti di violenza sessuale e altre forme di violenza di genere commesse contro donne e ragazze palestinesi in detenzione israeliana. Le condizioni di detenzione sono drammatiche. Testimonianze raccolte da organizzazioni per i diritti umani riferiscono di fame, abusi e trattamenti disumani, con alcuni bambini rilasciati con lesioni e indumenti macchiati di sangue (Save the Children). I bambini hanno riferito abusi fisici e interrogatori in cui alcuni hanno raccontato di essere stati costretti a spogliarsi nudi e a stare in temperature estreme.

La prima morte di un minore detenuto dal 7 ottobre 2023 a Gaza è avvenuta il 22 marzo 2025. Walid Ahmad, 17 anni, arrestato dalla sua casa a Silwad il 30 settembre 2024, è morto nel carcere di Megiddo dopo mesi di fame sistematica e negazione delle cure mediche. Secondo il rapporto medico dell'autopsia, la causa primaria di morte è stata la fame. Negli ultimi mesi, decine di bambini detenuti hanno contratto la scabbia nel carcere di Megiddo, trasformata dalle autorità israeliane in uno strumento di tortura attraverso la negazione sistematica delle cure.

Negazione dei diritti fondamentali

Dal 7 ottobre 2023, le visite familiari per tutti i detenuti palestinesi, compresi i bambini, sono state completamente vietate. Gli avvocati che rappresentano i detenuti palestinesi affrontano ora barriere crescenti, tra cui cancellazione delle visite programmate, severe limitazioni degli orari di visita, ritardi prolungati che si estendono per mesi e divieti di portare anche materiali di base per i casi (Defense for Children Palestine). Il divieto di accesso per i rappresentanti eletti e per il Comitato Internazionale della Croce Rossa rende impossibile qualsiasi forma di supervisione indipendente sulle condizioni di detenzione. I bambini sono completamente isolati dal mondo esterno, senza poter comunicare con le loro famiglie o ricevere visite legali regolari.

Violazioni del diritto internazionale

Il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia ha condannato le violazioni di Israele dei diritti protetti dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia, chiedendo la fine immediata della detenzione arbitraria e amministrativa dei bambini e l'abolizione del sistema istituzionalizzato di detenzione e uso di tortura e maltrattamenti.

La Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha determinato che il maltrattamento istituzionalizzato dei minori palestinesi detenuti, caratteristica di lunga data dell'occupazione, avviene sotto ordini diretti del ministro israeliano responsabile del sistema carcerario e viene alimentato da dichiarazioni del governo israeliano che incitano alla violenza e alla ritorsione (OHCHR). Il più alto numero di gravi violazioni contro i bambini al mondo nel 2024 è stato verificato in Israele e nei territori palestinesi occupati, con 8.554 violazioni (United Nations).

L'impatto psicologico

Gli psicologi infantili avvertono che i bambini rilasciati dalla detenzione faticano sempre più a riprendersi, incapaci di affrontare lo shock vissuto in prigione e la paura di essere nuovamente arrestati. Molti hanno difficoltà a trovare e mantenere un'occupazione, a tornare a scuola - spesso con conseguenti abbandoni scolastici - e soffrono di disturbi psicosociali correlati all'esperienza carceraria. Le testimonianze raccolte descrivono arresti notturni traumatici nelle case familiari, bambini legati dolorosamente, bendati, trasferiti in detenzione sul pavimento di veicoli militari, sottoposti ad abusi fisici e verbali da parte dei soldati israeliani. L'86% dei bambini viene picchiato in detenzione israeliana, il 69% viene perquisito a nudo e il 42% subisce lesioni durante gli arresti (Time - storica rivista americana fondata nel 1923, una delle testate giornalistiche più autorevoli e diffuse al mondo).

L'appello della comunità internazionale

Le organizzazioni per i diritti umani chiedono con urgenza il rilascio immediato di tutti i bambini palestinesi detenuti, l'accesso per monitoraggi diretti e indipendenti e la trasparenza riguardo alle condizioni di detenzione. Sottolineano che le politiche che prevedono la detenzione indefinita senza accuse violano le leggi internazionali e dovrebbero essere urgentemente riviste o abolite.

La risposta della comunità internazionale è stata finora largamente dichiarativa, con molte agenzie e ONG che condannano le violazioni ma mancano di misure esecutive. Le organizzazioni per i diritti umani esortano i governi a sospendere gli aiuti militari e imporre sanzioni mirate contro i responsabili delle violazioni dei diritti dei bambini.

"Ancora una volta, le autorità israeliane hanno superato il precedente record per la detenzione di bambini palestinesi senza accusa o processo", ha dichiarato Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma di responsabilità di DCIP (Defense for Children International - Palestine - Difesa Internazionale per i Bambini, Palestina - organizzazione non governativa fondata nel 1991 con sede a Ramallah che si occupa specificamente di documentare, monitorare e difendere i diritti dei bambini palestinesi). "Questi bambini stanno subendo condizioni deplorevoli all'interno delle carceri israeliane, picchiati brutalmente con una regolarità scioccante e privati di qualsiasi contatto con il mondo esterno. Chiediamo il rilascio immediato di tutti i bambini prigionieri palestinesi".

Mohammad, Ayham, Sally e Hanaa sono solo quattro nomi tra centinaia. Dietro ogni statistica c'è un bambino privato della propria infanzia, della propria dignità, dei propri diritti fondamentali. Le loro testimonianze non possono continuare a essere ignorate.