Iran sospende nuovamente accordo con Aiea, niente più ispezioni internazionali negli impianti nucleari, presidente Raisi: "Non accetteremo diktat"

Teheran ritira l’intesa che permetteva la supervisione internazionale dei siti nucleari. Grossi (Aiea): “Profondamente preoccupati”

L'Iran ha sospeso nuovamente l'accordo tecnico sulle centrali nucleari del Paese con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, firmato solamente qualche mese fa. Con questo atto, Teheran non accetterà più ispezioni internazionali nei suoi impianti. Il presidente iraniano ha dichiarato: "Non staremo sotto al diktat di nessuno, tantomeno sul nostro arsenale atomico".

Iran sospende nuovamente accordo con Aiea, niente più ispezioni internazionali negli impianti nucleari, presidente Raisi: "Non accetteremo diktat"

L’Iran ha annunciato ufficialmente il ritiro dall’accordo tecnico che permetteva la ripresa delle ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sui principali impianti nucleari del Paese. La decisione, resa nota dal portavoce del governo Ali Bahadori Jahromi, rappresenta un nuovo punto critico in un negoziato già fragile e segna una brusca interruzione dei tentativi di ricostruire un minimo di fiducia fra Teheran e la comunità internazionale.

L’accordo, raggiunto a marzo grazie alla mediazione dell’Oman, prevedeva un accesso limitato ma stabile degli ispettori a siti chiave come Natanz, Fordow e Isfahan, consentendo il monitoraggio delle attività di arricchimento e lo stato di alcune infrastrutture sensibili. Con il ritiro unilaterale iraniano, ogni forma di supervisione esterna viene ora sospesafino a nuovo ordine”. Secondo fonti diplomatiche, Teheran avrebbe già disattivato alcune telecamere di sorveglianza dell’Aiea e negato l’accesso a documenti tecnici richiesti durante le ultime visite.

Il direttore generale dell’Aiea Rafael Mariano Grossi ha espresso “profonda preoccupazione”, avvertendo che “la trasparenza è essenziale per evitare malintesi e garantire la sicurezza regionale”. La revoca delle ispezioni riaccende timori sul possibile avanzamento del programma nucleare iraniano, che secondo gli Stati Uniti sarebbe già oltre i limiti fissati dal defunto accordo JCPOA.

Teheran respinge le accuse e punta il dito contro l’Occidente. Il presidente Ebrahim Raisi ha difeso la decisione sostenendo che “l’Iran non accetterà diktat né pressioni”, insistendo sul fatto che “la cooperazione è possibile solo nel rispetto reciproco”. L’esecutivo iraniano ritiene che Stati Uniti e Unione Europea non abbiano mantenuto gli impegni economici previsti dal JCPOA, contribuendo al progressivo deterioramento del clima negoziale.

La crisi ha spinto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a convocare una riunione straordinaria per discutere le implicazioni della rottura. Israele ha definito la mossa “una provocazione inaccettabile” e ha sollecitato una risposta internazionale più dura, mentre la Russia ha invitato a non aggravare la situazione chiedendo “un ritorno alla diplomazia”. Anche la Cina ha espresso “rammarico”, pur ribadendo la necessità di evitare nuove sanzioni che potrebbero alimentare ulteriori tensioni.

Il futuro del dossier nucleare iraniano appare ora più incerto che mai, con il rischio concreto di un’escalation difficile da contenere.