New York, ministro israeliano Chikli punta il dito contro Mamdani: "È sostenitore di Hamas filo-jihadista, ebrei fuggano e tornino subito a Israele"
Come il console generale di Israele Ofir Akunis prima di lui, anche il ministro per gli Affari della diaspora Chikli accusa Mamdani di star facendo precipitare New York nel baratro, in quanto "ultimo dei bulli che sostengono gli stupratori e gli assassini di Hamas"
"New York, la città che un tempo era simbolo di libertà globale, ha consegnato le chiavi ad un sostenitore di Hamas, a qualcuno le cui posizioni non sono lontane da quelle dei fanatici jihadisti che, 25 anni fa, hanno assassinato 3000 dei suoi concittadini". È intervenuto così, a gamba tesa e senza mezzi termini, Amichai Chikli, ministro israeliano per gli Affari della diaspora, dopo la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni per la carica di sindaco nella città di New York.
New York, ministro israeliano Chikli punta il dito contro Mamdani: "È sostenitore di Hamas filo-jihadista, ebrei fuggano e tornino subito a Israele"
La vittoria di Mamdani, da oggi primo sindaco musulmano della Grande Mela, dopo aver conquistato il 51,5% dei voti dribblando di oltre 10 punti il favorito trumpiano Andrew Cuomo (39,7%), sta ancora facendo discutere. In queste ore calde di post nomina, non sono bastate le offese del Presidente Trump agli elettori ebrei, con le quali il tycoon ha scongiurato in ogni modo l'affossamento del democratico definendolo "contro gli ebrei" ("Un ebreo che vota per Mamdani, che odia gli ebrei, è uno stupido"), né le minacce ad un probabile taglio di fondi federali alla città. Nell'occhio del ciclone di buona parte delle istituzioni israeliane vi sono le tendenze pro palestinesi e dichiaratamente anti Netanyahu di Mamdani.
Oggi, 5 novembre, dopo il contributo anti Mamdani fornito ieri dal console generale di Israele e membro del Likud Ofir Akunis, è intervenuto anche Amichai Chikli, ministro israeliano per gli Affari della diaspora, che, senza troppi giri di parole, ha dato del filo-Hamas e filo-jihadista a Mamdani. Riferendosi al dramma dell'11 settembre 2001, Chikli ha commentato su X: "La città che un tempo era simbolo di libertà globale ha consegnato le chiavi a un sostenitore di Hamas, a qualcuno le cui posizioni non sono lontane da quelle dei fanatici jihadisti che, 25 anni fa, hanno assassinato 3.000 dei suoi concittadini". "La scelta fatta da New York - aggiunge - scuote le fondamenta stesse del luogo che ha dato libertà e opportunità di successo a innumerevoli rifugiati ebrei dalla fine del XIX secolo".
Parole che, evidentemente, corrono sullo stesso binario ideologico del tycoon, come dimostrano sue successive dichiarazioni: tale cambiamento "non è avvenuto dall'oggi al domani: è iniziato con l'atmosfera antisionista nei campus universitari, sopraffatta dai soldi del Qatar, è continuato con le violente manifestazioni dei sostenitori di Hamas alla CUNY, alla NYU e soprattutto alla Columbia University". Per Chikli insomma, il trionfo di Mamdani, "l'ultimo dei bulli che sostengono gli stupratori e gli assassini di Hamas", è solo la punta dell'iceberg di un presunto cambiamento in chiave anti-sionista del volto degli Usa. Ma a Chikli questa ricostruzione non è bastata: dopo le accuse, le previsioni negative ("inutile sprecare parole affermando che andrà tutto bene. Niente andrà bene in questa città"). E, ancora, il terrorismo psicologico: "gli ebrei di New York sono invitati a prendere seriamente in considerazione l'idea di stabilire la loro nuova casa nella Terra di Israele".