Israele, aperto centro "civile-militare di coordinamento" Usa per Gaza, Hamas: "Primo passo verso militarizzazione Striscia e continuo genocidio"
L’apertura del centro militare Usa-Israele per la “stabilizzazione” di Gaza solleva timori di un controllo prolungato e della fine dell’autonomia palestinese
A Kiryat Gat, in Israele, ha aperto un centro "civile-militare di coordinamento" americano per la "stabilizzazione di Gaza". Hamas, insieme a molti osservatori internazionali, hanno già denunciato ciò come un "primo passo verso la militarizzazione della Striscia", nonché un "continuo del genocidio palestinese".
Israele, aperto centro "civile-militare di coordinamento" Usa per Gaza, Hamas: "Primo passo verso militarizzazione Striscia e continuo genocidio"
Cinque giorni dopo la firma del piano mediato dagli Stati Uniti per una tregua permanente a Gaza, Washington ha ufficializzato l’apertura del Civil-Military Coordination Center in Israele. Il centro, operativo dal 17 ottobre e guidato dal Comando Centrale Usa (Centcom), è presentato come una "struttura per coordinare assistenza umanitaria, sicurezza e logistica nella Striscia". Ma per molti osservatori, si tratta di un passo che rischia di consolidare una presenza militare e politica straniera duratura nella regione.
Il Cmcc, situato a Kiryat Gat, riunisce circa 200 militari statunitensi e personale di Paesi alleati tra cui Regno Unito, Canada, Germania, Danimarca e Giordania. Secondo quanto dichiarato dal comandante del Centcom, ammiraglio Brad Cooper, il centro non prevede il dispiegamento di truppe a Gaza ma opererà per “facilitare la stabilizzazione e la transizione civile”. Tuttavia, analisti regionali sottolineano che la “stabilizzazione” è un termine ambiguo, spesso usato in contesti di amministrazione indiretta o di controllo militare prolungato.
Le perplessità si concentrano anche sulla mancanza di chiarezza giuridica: non è stato definito chi deterrà il comando operativo, quale sarà lo status legale del personale straniero, né se l’intervento abbia un mandato internazionale dell’Onu. Fonti diplomatiche arabe citate da The Times of Israel avvertono che la struttura rischia di diventare uno strumento per consolidare la divisione e la dipendenza di Gaza dal controllo esterno, mentre la ricostruzione e la governance palestinese restano sospese.
Durante la visita inaugurale, il vicepresidente Usa J.D. Vance e il consigliere Jared Kushner hanno ribadito che nessun fondo per la ricostruzione sarà destinato alle aree ancora controllate da Hamas. Ma tale posizione, hanno osservato alcune Ong, rischia di tradursi in una ricostruzione selettiva, con intere zone escluse dagli aiuti e sotto amministrazione militare israeliana.
Per i palestinesi, la “stabilizzazione” rischia di diventare una nuova forma di controllo, mascherata da cooperazione internazionale, oltre che un continuo del genocidio palestinese.