Gaza, Hamas restituisce altri 2 corpi di ostaggi e promette stop a esecuzioni bande ribelli, Netanyahu licenzia Capo Consiglio Sicurezza Hanegbi

Hamas consegna due corpi alla Croce Rossa, mentre cresce la tensione politica in Israele. Netanyahu licenzia Hanegbi e Washington guida le operazioni a Gaza

Novità sul fronte Gaza. Hamas ha restituito a Israele i corpi di altri due ostaggi, arrivando alla riconsegna di 15 corpi su 28 totali. Nel mentre, ha accettato lo stop alle esecuzioni dei membri delle bande ribelli. Tel Aviv sta affrontando un periodo di profonda crisi politica interna. Come riporta il Wall Street Journal, il premier Benjamin Netanyahu sarebbe sempre più "nervoso per l'ingerenza americana", tanto da licenziare il Capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale Tzachi Hanegbi.

Gaza, Hamas restituisce altri 2 corpi di ostaggi e promette stop a esecuzioni bande ribelli, Netanyahu licenzia capo Consiglio Sicurezza Hanegbi

Hamas ha consegnato nella serata di ieri i corpi di due ostaggi israeliani alla Croce Rossa, poi trasferiti alle Idf. Le autorità militari di Tel Aviv hanno identificato i corpi come quelli di Arie Zalmanowicz, 85 anni, e il sergente maggiore Tamir Adar, 38 anni. Zalmanowicz era stato rapito dalla sua abitazione nel kibbutz Nir Oz e, secondo l’Idf, "ucciso in cattività" il 17 novembre 2023. Adar, membro della squadra di sicurezza comunitaria dello stesso kibbutz, fu invece ucciso durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Con questo trasferimento, Hamas ha consegnato 15 dei 28 corpi di ostaggi israeliani previsti nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti all’inizio del mese. Un passo che, secondo diversi analisti, indica la volontà del movimento palestinese di mantenere aperti i canali diplomatici e di rafforzare il proprio ruolo negoziale sulla scena internazionale.

Parallelamente, fonti del Wall Street Journal riferiscono che Hamas avrebbe comunicato ai mediatori statunitensi l’intenzione di interrompere le esecuzioni dei membri delle fazioni rivali, segnale di una possibile distensione interna.

Sul fronte israeliano, invece, la tensione cresce. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rimosso dal suo incarico Tzachi Hanegbi, capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, in seguito a "divergenze sulla gestione del conflitto". Secondo lo stesso WSJ, Israele sarebbe “profondamente frustrato” per aver perso parte della sua libertà d’azione militare a Gaza, dove gli Stati Uniti dirigono di fatto le operazioni e dettano la linea strategica.

La crescente influenza americana e le divisioni interne mostrano Israele in difficoltà, mentre la popolazione palestinese continua a pagare un prezzo altissimo sotto un assedio che non sembra alleggerirsi mai.

Nel quadro di una situazione ormai logorante, i gesti di Hamas – dalla consegna dei corpi alla sospensione delle esecuzioni – sembrano suggerire un'apertura diplomatica, mentre la leadership israeliana appare sempre più isolata e priva di una chiara direzione politica.