Donald Trump si vaccina contro Covid e influenza, "booster anti-Coronavirus in vista di viaggi internazionali": il cedimento alla "vulgata scientifica"

Il tycoon si era sottoposto lo scorso venerdì al secondo check up dell'anno. La notizia dell'inoculazione della seconda dose contro il Covid pone nuovi interrogativi sulla salute di Trump, ma soprattutto cozza con le idee del Presidente che in varie occasioni aveva sollevato dubbi su vaccini e case farmaceutiche

Anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto infine di piegarsi alla narrazione sul vaccino Covid. È quanto emerge dal suo ultimo check up medico di venerdì mattina, 10 ottobre, al Walter Reed Medical Center, dove il tycoon ha ricevuto la dose di richiamo contro il Covid nonché il vaccino contro l'influenza.

Donald Trump si vaccina contro Covid e influenza, "booster anti-Coronavirus in vista di viaggi internazionali": il cedimento alla "vulgata scientifica"

Una scelta totalmente contraria alle ben note posizioni del suo Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., da sempre giustamente scettico verso l'inoculazione del vaccino a fronte dei numerosi effetti collateralimalorimorti improvvise attestate dopo la sua somministrazione. E ora anche Trump. Lo stesso Trump che prendeva l'idrossiclorochina (farmaco antimalarico) pur di evitare il contagio. Questa volta il tycoon si uniforma alla vulgata comune e, dopo i periodici screening sanitari, "rischia" ricevendo la vaccinazione antinfluenzale e il richiamo del vaccino anti-Covid. Il tutto "in preparazione - giustifica la Casa Bianca - ai prossimi viaggi internazionali". Ciononostante, e a dispetto delle varie congetture sulla salute del tycoon, il medico di Trump Sean Barbabella ha rassicurato: "Sta benissimo, la sua età cardiaca è di 14 anni inferiore alla sua età attuale [79, ndr]".

Venerdì mattina, 10 ottobre, Trump si era recato all'ospedale militare Walter Reed National Military Medical Center per quello che la Casa Bianca aveva velocemente definito un "controllo annuale di routine", senza dare ulteriori spiegazioni nonostante si trattasse del secondo check up dell'anno. Un check up particolarmente "approfondito" essendo stato svolto ricorrendo non all'assistenza medica di base della Casa Bianca, ma ad un centro specializzato di Washington. Anche il tycoon aveva glissato, rispondendo ai giornalisti allarmati "sono in ottima forma. (...) Fisicamente mi sento molto bene, mentalmente mi sento molto bene". Ma la notizia della sua vaccinazione ora, oltre che gettare un'ombra sulla coerenza del tycoon nei confronti delle linee adottate dal fedele "Bobby" Kennedy Jr nel Dipartimento di Salute Usa (che aveva limitato l'accesso ai vaccini contro il Covid-19), aggiunge altri punti interrogativi sul suo status di salute.

Già in altre occasioni, le sue condizioni fisiche erano balzate agli occhi dell'opinione pubblica, soprattutto quando si diffusero immagini preoccupanti di lividi sulla mano destra. Questioni che la Casa Bianca aveva "semplificato" parlando di insufficienza venosa cronica o di "frequenti strette di mano", o ancora all'uso di aspirina come trattamento cardiovascolare standard. Ora però, secondo Jonathan Reiner, cardiologo interventista e analista medico, potrebbe esserci di più: "(...) il rapporto colpisce per la sua mancanza di sincerità e trasparenza" ha comunicato riferendosi agli esiti delle visite mediche del tycoon. Un rapporto che spiegherebbe come i risultati dei test di Trump siano "stabili", aggettivo vago e diverso da "normali". La decisione di Trump comunque è in aperta contraddizione rispetto a molte sue linee in fatto di vaccini e inoculazioni. Non solo, lo scorso settembre, aveva sconsigliato l'uso del paracetamolo Tylemol per le donne in gravidanza quale causa di autismo. Non solo aveva lanciato il monito sul vaccino contro l'epatite B ai neonati definendolo "non necessario". Ma aveva giustamente preteso trasparenza nei confronti delle case farmaceutiche, invitandole a "mostrare i dati sull'efficacia per giustificare il successo dei loro farmaci". Un paradosso che cozza con le battaglie pubbliche del tycoon contro le campagne vaccinali, al punto che, a quanto emerge, il memorandum del medico presidenziale (dove si riporta l'inoculazione di Trump e che riportiamo sotto) sarebbe poi sparito dal sito ufficiale della Casa Bianca. Non è chiaro se si tratti di una svista - errore grossolano e significativo, qualora lo fosse - o di una strategia di dissimulazione. Certo è che la scelta di inocularsi getta un faro di ambiguità, di cui si continuerà a parlare.