Aladdin, il software di gestione del rischio di BlackRock infiltrato da Israele: dal fondatore sionista Fink ai contatti con il Mossad

Si sa sempre di più sulle connessioni tra il sistema Aladdin di BlackRock, la cyber-intelligence israeliana e le reti globali di potere economico, politico e tecnologico infiltrate da Tel Aviv

Sempre più osservatori internazionali stanno notando le numerose infiltrazioni israeliane nei più disparati ambiti. Sotto la lente, negli ultimi giorni, c'è Aladdin, il software di gestione dei rischi e previsione finanziaria più diffuso al mondo. La piattaforma è stata creata da Charles Hallac e Bennet Gloub per BlackRock, l'azienda gestita dal sionista Larry Fink da oltre 10 trilioni di dollari di asset.

Aladdin, il software di gestione del rischio di BlackRock infiltrato da Israele: dal fondatore sionista Fink ai contatti con il Mossad

Secondo un’inchiesta pubblicata su Substack, la piattaforma Aladdin (Asset, Liability, Debt and Derivative Investment Network) di BlackRock sarebbe diventata il più potente strumento di analisi e previsione finanziaria al mondo — e, per alcuni osservatori, una possibile infrastruttura di “guerra ibridaeconomica e informativa.

Aladdin nasce come software interno di gestione del rischio, sviluppato negli anni ’90 da Charles Hallac e Bennett Golub per BlackRock, il colosso finanziario fondato da Larry Fink, che oggi gestisce oltre 10 trilioni di dollari in asset globali.
Il sistema analizza in tempo reale flussi economici, titoli, guerre, catastrofi naturali e crisi sanitarie, producendo simulazioni (“war-gaming”) su come questi eventi potrebbero impattare mercati e società.

L’inchiesta sostiene che questa capacità predittiva possa essere utilizzata non solo per minimizzare rischi, ma per anticipare — e potenzialmente indirizzarecrisi geopolitiche da cui trarre vantaggio economico o politico.

La rete: Israele, Mossad e cyber-infiltrazione

Secondo la stessa fonte, Aladdin sarebbe infiltrato da interessi israeliani attraverso una rete di istituzioni e figure legate all’intelligence. Bennett Golub, co-creatore e attuale Chief Risk Officer di BlackRock, avrebbe partecipato a programmi finanziati dalla Uja Federation di New York, descritta nel rapporto come un possibile “braccio finanziario” di influenza del Mossad, connessa alla Jewish Community Relations Council.

Parallelamente, diverse figure chiave della Silicon Valley — come Eric Schmidt, ex Ceo di Google e cofondatore di Innovation Endeavors — risulterebbero coinvolte in iniziative con ex ufficiali dell’unità di cyber-intelligence israeliana Unit 8200, in particolare attraverso la società Team8, incubatore di startup di cybersecurity con base a Tel Aviv.

Schmidt, secondo i registri pubblici delle sue società, ha investito in Team8 e in altre imprese israeliane di sorveglianza digitale. Questo intreccio sarebbe parte di un più ampio ecosistema che collega finanza, intelligence e Big Tech, in cui l’infrastruttura dati di Aladdin costituirebbe un nodo centrale di raccolta e modellazione informativa.

BlackRock, R3 e la guerra per le valute digitali

L’inchiesta cita inoltre il collegamento tra Aladdin e R3, la piattaforma di Distributed Ledger Technology adottata da numerose banche centrali come architettura per future valute digitali (CBDC).
Secondo gli analisti, l’integrazione tra R3, Coinbase e i network di Aladdin creerebbe un “panopticon finanziario” capace di prevedere e condizionare movimenti monetari, scambi e flussi energetici globali.

Il sistema permetterebbe a BlackRock — e, indirettamente, a partner politici e tecnologici occidentali e israeliani — di ottenere una visione strategica senza precedenti sulla stabilità socioeconomica dei Paesi in cui opera.

Aspen Institute, Pritzker e i ponti con l’élite globale

Al centro di questa rete vi sarebbe l’Aspen Institute, un think tank statunitense che da anni ospita dirigenti di BlackRock, membri del governo Usa e rappresentanti israeliani.


L’istituto è sostenuto dai Pritzker, dinastia miliardaria legata all’hospitality (Hyatt Hotels) e all’alta finanza. Margot Pritzker figura in progetti di sostegno a Israele come la Israel Now Education Foundation, mentre Thomas Pritzker — citato in un vecchio deposito giudiziario del caso Epstein da Virginia Giuffre — rappresenterebbe, secondo alcune fonti indipendenti, la continuità tra il potere economico privato e i circuiti di influenza globale.

L’Aspen Institute ospita anche figure come L. Brooks Entwistle (EQT Partners, ex-Goldman Sachs), connesso alle famiglie Wallenberg e al Consiglio Atlantico, altra piattaforma geopolitica filo-occidentale e filo-israeliana.

Anne Neuberger e la linea della sicurezza

Tra i nomi ricorrenti nelle reti di contatto citate, emerge Anne Neuberger, già capo della divisione cyber della Nsa e oggi consigliera per la sicurezza nazionale Usa. Figlia di sopravvissuti all’Olocausto, è stata indicata da The Intercept come figura di collegamento tra l’intelligence americana e l’ecosistema di innovazione israeliano.
Secondo l’inchiesta, Neuberger sarebbe stata una delle promotrici di programmi di scambio tecnologico che hanno facilitato la penetrazione di soluzioni israeliane nei sistemi statunitensi di cybersicurezza e sorveglianza.

Il rischio geopolitico: Aladdin come “arma invisibile

In sintesi, Aladdin non sarebbe solo una piattaforma finanziaria, ma un sistema integrato di modellazione geopolitica: un “cervello digitale” che osserva, simula e valuta gli effetti di guerre, embarghi, migrazioni, pandemie e shock energetici.
Se le ipotesi trovassero riscontro, si tratterebbe di un dispositivo di potere trasversale, capace di fondere capitalismo di sorveglianza, intelligence e governance algoritmica. Un uso strategico di Aladdin potrebbe orientare politiche economiche e narrative pubbliche a vantaggio di Tel Aviv e dei suoi alleati, penalizzando la sovranità informativa dei Paesi arabi e dei movimenti pro-palestinesi.