Gaza, "soldi e armi Usa hanno permesso a Israele genocidio e guerre a Iran e Yemen, oltre $21mld dati a Tel Aviv" : il report della Brown University
Senza il continuo appoggio e foraggiamento economico da parte di Washington, Israele non sarebbe mai stata in grado di condurre - e di fatto portare quasi a termine - il genocidio a Gaza. Né i bombardamenti contro Iran e Yemen
Ingenti finanziamenti, esportazione di armi, sostegno politico incondizionato. È così che gli Stati Uniti hanno contribuito alle guerre sostenute e portate avanti da Israele in tutto il Medio Oriente, rendendosi di fatto complici silenziosi del netto massacro di oltre 67.000 vittime palestinesi nella Striscia di Gaza.
Gaza, "soldi e armi Usa hanno permesso a Israele genocidio e guerre a Iran e Yemen, oltre $21mld dati a Tel Aviv" : il report della Brown University
Sono questi i dati inquietanti emersi dai rapporti pubblicati ieri, 7 ottobre giorno dell'anniversario dell'attacco di Hamas ai kibbutz della Striscia, dal Costs of War Project presso la prestigiosa Brown University. Dati alla mano, le conclusioni che si traggono sono chiare: senza il continuo appoggio e foraggiamento economico da parte di Washington, Israele non sarebbe mai stata in grado di condurre - e di fatto portare quasi a termine - il genocidio a Gaza. Non solo quello però. In ballo anche le tensioni con l'Iran e i bombardamenti contro lo Yemen: operazioni militari per le quali l'intelligence e le risorse belliche israeliane hanno sempre avuto l'appoggio incondizionato degli statunitensi, più grandi alleati. Secondo quanto riportato nel rapporto del ricercatore William Hartung, "US Military Aid and Arms Transfers to Israel" datato tra ottobre 2023 e settembre 2025, e in un documento di Linda J. Bilmes, esperta di finanza pubblica presso la Harvard Kennedy School, Washington avrebbe investito tra i "31,35 e i 33,77 miliardi di dollari" in aiuti militari a Tel Aviv e in "operazioni militari statunitensi nella regione". Un flusso di denaro in uscita continua per ben due anni. Sul più generale fronte medio orientale, i costi statunitensi si sono aggirati tra i $ 9,65 miliardi e $ 12 miliardi per le offensive contro gli Houthi, e tra i $ 2 miliardi e $ 2,25 miliardi per andare contro l'Iran. Dati che, in qualche modo, erano prevedibili dato che Israele è da sempre uno degli alleati più cari alla Casa Bianca. Ma che ora i dati degli analisti confermano: Israele risulta il più grande destinatario annuale di soldi Usa (circa $ 3,3 miliardi all'anno), nonché il più grande in senso cumulativo (oltre $ 150 miliardi fino al 2022).
Dollari usciti attraverso accordi di vendita armi - già pagati o che saranno pagati in seguito - e servizi bellici già a partire dalla presidenza democratica di Joe Biden e proseguita - forse quale unico punto di contatto tra i due avversari politici -, con Trump. Non sorprende dunque che a più riprese il tycoon abbia sostenuto la definitiva distruzione di Hamas avvallando l'operato di Netanyahu. "Se Hamas rifiuterà il piano, Israele porterà a termine il lavoro di distruzione e gli Stati Uniti daranno il pieno sostegno a ciò" aveva avvertito Trump nell'esatto momento in cui annunciava il piano di pace. Tutto questo va ad inserirsi in un quadro di strategia politica più complessa. Anzitutto, il ruolo giocato dal genero di Trump Jared Kushner che, secondo un retroscena del Giornale d'Italia, avrebbe esercitato influenza sul tycoon in chiave pro-Israele. Non solo sostenendo insediamenti illegali israeliani in Palestina, ma accrescendo la sua quota societaria presso la Phoenix Financial. L'influenza israeliana nei corridoi della politica Usa sta aumentando in silenzio. Così come ha denunciato pubblicamente la giornalista Ana Kasparian affermando che "Tel Aviv controlla il nostro governo". Non solo lobby. Ma tentativi di convincere elettori - inclusi quelli delle frange repubblicane - che stanno perdendo sempre maggior interesse verso Israele, negandogli di fatto consenso.