Israele, campagna digitale contro ayatollah Khamenei per reinsediare Reza Pahlavi in Iran: coinvolti profili fake sui social e contenuti AI
Una campagna israeliana di manipolazione online contro l’Iran, condotta con video deepfake e identità digitali generate dall’AI, punta a reinsediare la monarchia a Teheran
Una campagna digitale ordita da Israele contro il regime dell'ayatollah Khomenei in Iran ha cercato di indirizzare l'opinione pubblica verso il reinsediamento della monarchia e, in particolare, dell'erede al trono Reza Pahlavi. La campagna, costruita ad hoc per smuovere gli utenti in maniera faziosa e con dati falsi, è stata basata su profili social fake, influencer inesistenti e contenuti generati appositamente con l'intelligenza artificiale.
Israele, campagna digitale contro ayatollah Khamenei per reinsediare Reza Pahlavi in Iran: coinvolti profili fake sui social e contenuti AI
Una rete di influenza digitale finanziata da Israele ha utilizzato intelligenza artificiale generativa per produrre e diffondere contenuti falsi, con l’obiettivo di destabilizzare l’Iran e orientare l’opinione pubblica. L’inchiesta congiunta di Citizen Lab e del quotidiano israeliano Haaretz ha svelato una sofisticata operazione di guerra psicologica condotta attraverso i social media in lingua persiana.
Il progetto, sostenuto economicamente da canali riconducibili al governo israeliano, ha creato centinaia di account falsi e profili digitali generati con l’AI, completi di volti sintetici e biografie credibili. Questi profili diffondevano video, post e notizie costruite per promuovere Reza Pahlavi, figlio dell’ultimo scià iraniano, e spingere la narrativa di un ritorno monarchico come “alternativa democratica” al regime di Teheran.
I ricercatori di Citizen Lab hanno individuato video deepfake, immagini manipolate e commenti automatizzati prodotti da sistemi di intelligenza artificiale testuale. La campagna, spacciata per movimento spontaneo, aveva lo scopo di creare divisione interna e fomentare disordini sociali in Iran. Le tracce digitali portano a società israeliane di consulenza strategica e cyber intelligence, già coinvolte in operazioni simili in passato.
Secondo Haaretz, l’operazione si inserisce in un contesto più ampio di guerra informativa e destabilizzazione regionale, in cui l’AI è diventata uno strumento di potere geopolitico. I contenuti falsi prodotti dall’algoritmo hanno raggiunto milioni di visualizzazioni su X, Instagram e Telegram, generando un impatto reale sulle percezioni politiche dei cittadini iraniani.
Gli esperti parlano di un “incidente AI” di rilevanza internazionale: l’uso dell’intelligenza artificiale ha causato un danno tangibile, violando diritti digitali e contribuendo a una campagna di disinformazione organizzata da uno Stato contro un altro.