Usa, Cnn e TikTok passano al sionista Ceo di Oracle Larry Ellison, regalando a Netanyahu "la grande e potente arma della comunicazione"
TikTok e Cnn verso il controllo di Larry Ellison, storico sostenitore di Israele: Netanyahu parla di social come “armi” decisive nella guerra della comunicazione
Grandi manovre economiche negli Stati Uniti, che avranno importanti conseguenze sul genocidio a Gaza. La notizia della vendita di TikTok è di soli pochi giorni fa e, analizzando meglio il pacchetto di maggioranza degli acquirenti, si nota che il 45% di questo è controllato da Oracle, Silver Lake e MGX. Il Ceo di Oracle è però un riconosciuto e autodichiarato esponente sionista, Larry Ellison: ciò fa riflettere su quanto il social sarà libero da condizionamenti d'ora in poi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che già aveva fatto diverse affermazioni pubbliche in cui descriveva i social come "una potente arma" nelle mani di Tel Aviv, ha gioito del generoso regalo concessogli da Ellison e, in ultima analisi, dal presidente americano Donald Trump, che ha sancito l'accordo con la Cina per TikTok Usa.
Ellison, inoltre, non è solo uno dei nuovi proprietari della piattaforma social, ma è anche uno dei patroni della televisione a stelle e strisce: dopo Paramount Global, Skydance Media, Cbs ed altri, il figlio David è pronto ad acquisire anche la Cnn.
Usa, Cnn e TikTok passano al sionista Ceo di Oracle Larry Ellison, regalando a Netanyahu "la grande e potente arma della comunicazione"
Quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto davanti a un gruppo di influencer statunitensi che i social media sono “la più importante arma” a disposizione di Israele, non stava esagerando. Pochi giorni dopo, la Casa Bianca di Donald Trump firmava l’ordine esecutivo che sancisce il passaggio dell’80% delle attività statunitensi di TikTok a un consorzio di investitori americani. Al centro dell’operazione: Larry Ellison, fondatore di Oracle, tra i più noti e generosi donatori allo Stato di Israele e alle Forze di Difesa Israeliane (si calcolano oltre 26 milioni di dollari versati tramite la Friends of the Idf negli ultimi anni).
Il deal TikTok: gli acquirenti sionisti, da Oracle a MGX fino a Silver Lake Partners
Secondo i documenti depositati a settembre 2025, il pacchetto di maggioranza di TikTok Usa è suddiviso così: Oracle, Silver Lake e il fondo emiratino MGX controllano circa il 45% della nuova entità; ByteDance, la società madre cinese, resta con meno del 20%; il resto finisce nelle mani di un parterre selezionato di investitori, da Rupert Murdoch a Michael Dell, da Sequoia Capital a Susquehanna International Group.
Oracle non si limita a possedere quote: avrà la supervisione totale dell’algoritmo di TikTok, ricostruito da zero sulle proprie infrastrutture cloud. Significa che Ellison e i suoi manager avranno accesso ai dati di 170 milioni di utenti americani e soprattutto al cuore pulsante della piattaforma: il meccanismo che decide quali contenuti vengono mostrati.
Dietro l’operazione spicca Silver Lake Partners, uno dei maggiori azionisti di Oracle e socio storico di Ellison. Il fondo non è neutro: ha investimenti diretti nella cybersecurity israeliana e in società legate all’intelligence militare.
Tra i casi più rilevanti c’è la partnership con Group 42, colosso emiratino dell’intelligenza artificiale che ha joint venture con Israel Aerospace Industries e con Rafael Advanced Defense Systems, i due giganti delle armi israeliane. Significa che parte dei profitti generati dall’operazione TikTok andrà a finanziare indirettamente aziende che forniscono equipaggiamento all’Idf.
Il terzo pilastro del deal è MGX, un fondo statale degli Emirati Arabi Uniti specializzato in intelligenza artificiale e data economy. Anche qui il legame con Israele è diretto. Dal 2020, con gli Accordi di Abramo, Emirati e Israele hanno stretto relazioni politiche e militari sempre più strette. MGX è partner in diversi progetti con aziende israeliane di difesa e sicurezza digitale, in particolare nel settore della sorveglianza predittiva e dei sistemi di riconoscimento biometrico.
Se TikTok negli anni scorsi era diventato un megafono naturale per i contenuti pro-Palestina — uno studio della Northeastern University nel 2024 stimava che i post solidali con Gaza superassero di venti volte quelli filo-israeliani — ora tutto potrebbe cambiare. Già negli ultimi mesi erano emerse denunce di shadowbanning contro creatori palestinesi; con Oracle al comando, il rischio è che il social venga “normalizzato” in senso filo-israeliano.
La scalata ai media tradizionali della famiglia Ellison: da Skydance Media e Paramount Global verso Cnn
Ma TikTok è solo un tassello. Ad agosto 2025, David Ellison, figlio di Larry, ha completato la fusione da 8,4 miliardi di dollari tra Skydance Media e Paramount Global. Con quella mossa, la famiglia Ellison ha acquisito il controllo effettivo di Cbs, Paramount Pictures, MTV, Nickelodeon, BET e Paramount+, oltre a una quota determinante su Comedy Central. Larry detiene oggi il 77,5% di National Amusements, la holding che controlla il tutto.
Secondo fonti di settore, Paramount-Skydance sarebbe in trattative avanzate per rilevare proprio Warner Bros. Discovery, cioè Hbo Max, gli studi Dc Comics e soprattutto Cnn. Se l’operazione andasse in porto, Ellison avrebbe il monopolio di fatto della principale emittente televisiva mondiale e contemporaneamente il controllo dell’algoritmo di TikTok.
Netanyahu e la “nuova arma” della comunicazione e di TikTok
Non sorprende che Netanyahu abbia accolto con entusiasmo la svolta. Nel video diffuso dall’influencer Debra Lea, il premier israeliano dice chiaramente: “Le armi cambiano nel tempo. Le più importanti oggi sono i social media. L’acquisto più rilevante in corso è quello di TikTok. Spero che vada a buon fine perché può essere davvero consequenziale”.
E ancora, parlando di X: “Dobbiamo parlare con Elon (Musk). Non è un nemico, è un amico”. L’obiettivo dichiarato è “securizzare la base negli Stati Uniti”, cioè consolidare il sostegno politico, mediatico ed economico alla prosecuzione del genocidio a Gaza.
Per Netanyahu, isolato a livello internazionale e contestato perfino all’Assemblea Generale dell’Onu, la possibilità di trasformare TikTok e Cnn in strumenti di soft power filo-israeliano è un regalo insperato. La propaganda di guerra non passerà più solo dai canali governativi, ma potrà contare su piattaforme di intrattenimento e informazione usate quotidianamente da centinaia di milioni di persone.
Tra Cnn e TikTok: un monopolio pericoloso in mano del sionista Ellison
In pratica, Ellison e Netanyahu si trovano a condividere lo stesso terreno: il primo come controllore di un impero mediatico che fonde social network e televisioni, il secondo come leader politico deciso a usare quell’impero come “arma”. È un’alleanza che mette a rischio non solo la libertà di espressione negli Stati Uniti, ma anche la possibilità stessa che la tragedia di Gaza trovi spazio mediatico indipendente.
Mentre a Gaza si contano oltre 67 mila vittime, per la maggior parte donne e bambini, la macchina mediatica internazionale rischia di essere assorbita da un monopolio che ha già dichiarato da che parte stare. E la linea è chiara: cancellare la narrazione palestinese e trasformare ogni schermo, dal cellulare alla TV, in una cassa di risonanza per Tel Aviv.