Guerra dei 12 giorni, spie donne del Mossad in Iran protagoniste dell'operazione Idf "Rising Lion" per uccidere scienziati nucleari Teheran
Donne del Mossad e agenti locali hanno infiltrato siti nucleari iraniani, raccolto informazioni critiche e coordinato sabotaggi, controllando materiali strategici
A distanza di mesi dalla rapidissima Guerra dei 12 giorni, continuano a uscire dettagli su come Israele abbia deciso di attaccare l'Iran nell'operazione "Rising Lion", che ha preso di mira i siti atomici del Paese, i capi militari e politici di Teheran e gli scienziati nucleari. Fonti locali hanno confermato che il Mossad si sia servito di diverse spie donne, che ha trasferito a Teheran e che hanno collaborato con un gruppo di talpe del regime iraniano.
Guerra dei 12 giorni, spie donne del Mossad in Iran protagoniste dell'operazione Idf "Rising Lion" per uccidere scienziati nucleari Teheran
Decine di agenti del Mossad, tra cui numerose donne, hanno svolto operazioni sul terreno in Iran durante le offensive israeliane sui programmi nucleari e missilistici iraniani a giugno, secondo il Jerusalem Post. Le operazioni sono state coordinate dal direttore David Barnea e hanno incluso un mix di attività di intelligence, sabotaggio e supporto diretto ai raid militari.
Le agenti donne hanno assunto ruoli chiave: infiltrazione in aree sensibili, raccolta informazioni sui siti nucleari e missilistici, gestione e coordinamento di asset locali e reclutamento di dissidenti iraniani per attività di spionaggio interno. Una di loro, identificata come “G”, esperta nella raccolta di spie straniere e con conoscenze approfondite della cultura e lingua iraniana, è stata premiata ufficialmente accendendo una torcia alla cerimonia dell’Indipendenza 2025, a testimonianza della rilevanza strategica del ruolo femminile.
Le missioni hanno permesso di monitorare in tempo reale le strutture nucleari principali – Natanz, Fordow e Isfahan – e decine di siti minori, raccogliendo informazioni essenziali sulla posizione dei materiali fissili e dei sistemi di difesa radar e missilistici. Il Mossad ha fornito agli aerei e ai team d’assalto israeliani dati critici per i bombardamenti mirati.
Nonostante le distruzioni, circa 400 kg di uranio arricchito al 60% non sono stati colpiti. Questo materiale, potenzialmente utilizzabile per costruire armi nucleari, è stato costantemente sorvegliato dalla rete di intelligence israeliana. Il Mossad mantiene la possibilità di intervenire rapidamente se l’Iran tentasse di arricchirlo ulteriormente.
Il "successo" delle operazioni non si limita agli attacchi diretti: la combinazione di agenti sul terreno, asset locali infiltrati e spionaggio tecnologico ha garantito a Israele il pieno controllo delle informazioni strategiche sul programma nucleare iraniano, impedendo reazioni rapide e dando all’esercito israeliano un vantaggio operativo di giorni rispetto a Teheran.