Attentato a Charlie Kirk, chi era l’attivista MAGA: contro propaganda su vaccino Covid e cambiamento climatico, moglie ex miss Arizona

Durante la cosiddetta “pandemia”, Kirk aveva promosso apertamente posizioni contro la propaganda sul vaccino Covid, criticando le restrizioni, le misure sanitarie e la campagna vaccinale, schierandosi così tra i volti più radicali del fronte conservatore. Era anche contro all'ideologia Woke e alla comunità Lgbtqa+

Charlie Kirk, 31 anni, è stato ucciso in un attentato durante un comizio alla Utah Valley University. Figura di spicco della destra americana e vicino al presidente Donald Trump, era noto per le sue posizioni contro la propaganda sul vaccino Covid e il cambiamento climatico. Infatti, era sempre alla ricerca della verità su questi temi. Sposato con l’ex miss Arizona Erika, padre di 2 bambini, aveva costruito un vero impero politico e mediatico partendo dalla sua creatura, Turning Point USA. La sua ascesa lo aveva reso uno degli influencer più seguiti e discussi del mondo conservatore.

Attentato a Charlie Kirk, chi era l’attivista MAGA: da posizioni anti-Covid e vaccino a negazionismo su cambiamento climatico, moglie ex miss Arizona

L’attivista conservatore aveva cofondato Turning Point nel 2012 a soli 18 anni, trasformandola – secondo il New York Times – in una “ben finanziata operazione mediatica, sostenuta da mega donatori conservatori come l'uomo d'affari del Wyoming Foster Friess”. Alla guida dell’organizzazione aveva saputo catalizzare l’attenzione di oltre 250mila studenti tra licei e università, raccogliendo nel 2023 la cifra record di 92 milioni di dollari, poi convogliati in stati strategici come l’Arizona per favorire la rielezione di Trump.

Kirk si era distinto per la sua costante battaglia contro l’establishment liberal e i temi più divisivi dell’America contemporanea. Durante la cosiddetta “pandemia” aveva promosso apertamente posizioni contro la propaganda sul Covid sul vaccino, criticando le restrizioni, le misure sanitarie e la campagna vaccinale, schierandosi così tra i volti più radicali del fronte conservatore. Un atteggiamento che gli aveva attirato aspre critiche, ma anche rafforzato la sua popolarità presso la base MAGA.

L'ideologia woke e il "marxismo culturale" erano la sintesi di tutto quello che vedeva di sbagliato nella contemporaneità. Una battaglia che portava sul campo, cioè i college, sotto forma di dibattiti dal titolo "Prove me wrong", cioè "dimostrami che sbaglio", come quello a cui stava partecipando prima di essere ucciso. Gli argomenti spesso puntavano sui temi sociali come l'immigrazione, l'aborto, le tematiche Lgbtqa+ . E anche la difesa del secondo emendamento, quello in difesa della detenzione di armi da parte dei cittadini comuni. "Riconosco e ammetto pienamente che quando si possiede un'arma da fuoco, si verificano morti causate dalle armi", aveva detto anni fa durante un evento. "La libertà ha un costo. Se si difendono i diritti del secondo emendamento e si sostiene che si riuscirà a ridurre a zero le morti causate dalle armi, si tratta di una falsità", dichiarava.

Il suo peso politico cresceva di anno in anno: con oltre 7,5 milioni di follower su Instagram e 7 milioni su TikTok, Kirk era diventato un punto di riferimento per la cosiddetta generazione MAGA. I suoi podcast e libri – tra cui La Dottrina MAGA – gli avevano fruttato ricchezza e popolarità, tanto che molti osservatori lo consideravano un possibile candidato presidenziale in futuro.

Il legame con la famiglia Trump era solido. Don Junior lo aveva definito “una delle vere rock star del nostro movimento” durante un gala organizzato da Turning Point per l’insediamento del padre, un evento esclusivo con 1500 ospiti e biglietti dai 5000 ai 15000 dollari. Il vicepresidente JD. Vance lo aveva coinvolto perfino in viaggi internazionali, come quello in Groenlandia, mentre lo stesso Kirk era stato vicino a Trump nella fase di transizione del 2016, al punto da trasferirsi in Florida per due mesi con la moglie Erika, ex miss Arizona, e i figli piccoli per dare consigli sulla scelta dei ministri.

Pur fedele alla linea trumpiana, non aveva esitato negli ultimi tempi a criticare alcune posizioni dei falchi repubblicani, come la spinta a un intervento militare in Iran o la gestione del caso Epstein. Divergenze rientrate in fretta, con un riallineamento alle scelte del presidente.