L'indifesa Gaza City si prepara a subire l'assalto finale da parte dello Stato occupante di Israele, la sfida più esistenziale della sua storia moderna
La città millenaria, che ha resistito a imperi e conquiste per oltre 3.500 anni, affronta oggi la sfida più esistenziale della sua storia moderna
- La "capitale" della Striscia è diventata simbolo della più grave crisi del nostro tempo. Una città sotto assedio: I numeri della tragedia
La situazione umanitaria a Gaza City ha raggiunto livelli che gli esperti internazionali definiscono "senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale". L'inquietante e folle piano israeliano di prendere il controllo totale della città ha scatenato una condanna internazionale, con i leader mondiali che avvertono di "conseguenze umanitarie devastanti":
- Secondo l'OCHA dal 7 ottobre 2023 sono già stati uccisi a Gaza oltre 60.000 palestinesi e vi sono stati più di 144.000 feriti
- Secondo un rapporto preliminare sulla gestione dei detriti pubblicato il 17 maggio, quasi 175.000 strutture sono state danneggiate nella Striscia di Gaza al 4 aprile 2025, generando un totale di 53.466.870 tonnellate di detriti
- L'OCHA ha riferito che, secondo la valutazione dei danni dell'UNOSAT per lo smaltimento, ci vorranno 22 anni per rimuovere tutti i detriti utilizzando 105 camion, con un costo di oltre 1 miliardo di dollari USA
- La fame come arma di guerra
La situazione alimentare rappresenta forse l'aspetto più drammatico della crisi. L'ultima classificazione integrata della sicurezza alimentare (IPC) conferma che le soglie di carestia sono state ora superate a Gaza City e che lo scenario peggiore si sta manifestando in gran parte della Striscia di Gaza. Una situazione particolarmente allarmante è stata osservata a Gaza City: su 14.747 bambini sottoposti a screening a luglio, il 16% è stato identificato come affetto da malnutrizione acuta, inclusi 348 con malnutrizione acuta grave, dati che segnano un forte aumento rispetto al tasso di malnutrizione del 4% a Gaza City nel febbraio 2025.
- La reazione internazionale: un coro di condanne
La comunità internazionale ha reagito con fermezza al piano israeliano di espansione militare. I leader europei hanno criticato la decisione di Israele di prendere il controllo di Gaza City per le preoccupazioni umanitarie, con la Germania che ha sospeso le esportazioni militari, chiedendo un cessate il fuoco immediato. Ventisette partner hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla situazione umanitaria a Gaza, affermando che "la carestia si sta manifestando davanti ai nostri occhi" e chiedendo "un'azione urgente ora per fermare e invertire la fame", anche se secondo molti osservatori, ivi incluso me stesso, servirebbe molto più a questo punto che poche parole di condanna, davanti a quella che si profilando come la grave catastrofe umanitaria degli ultimi 100 anni.
Vero è che la UE ha significativamente aumentato l'assistenza umanitaria a Gaza, raggiungendo oltre 450 milioni di euro dal 2023, lanciando anche lanciato un'operazione EU Humanitarian Air Bridge per portare forniture salvavita alle organizzazioni umanitarie, ma se non si ferma Israele tutto ciò sarà più o meno del tutto inutile.
- Il costo della ricostruzione: una sfida generazionale
La ricostruzione di Gaza rappresenterà uno degli sforzi di ricostruzione più massicci della storia moderna. I ricercatori concludono che saranno necessari 53,2 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza nei prossimi 10 anni.
- Più della metà del costo totale stimato della ricostruzione, o 29,9 miliardi di dollari, è necessaria per edifici danneggiati e altre infrastrutture chiave, mentre i fondi per reintegrare lo stock di alloggi residenziali distrutti di Gaza costituiscono la maggior parte di quella cifra - 15,2 miliardi di dollari
- Altri 19,1 miliardi di dollari sono necessari per compensare le perdite sociali ed economiche derivanti da gravi danni ai settori della sanità, dell'istruzione, del commercio e dell'industria di Gaza.
- Gaza City: Il cuore pulsante di una tragedia
La città che un tempo ospitava 750.000 persone in 45 chilometri quadrati, con una densità di popolazione superiore a Milano, è ora teatro di una delle crisi umanitarie più acute del nostro tempo. Secondo l'UNRWA, la malnutrizione ha raggiunto il 21,5% a Gaza City, il che significa che quasi un bambino piccolo su cinque è ora malnutrito. "Questa non è più una crisi alimentare incombente, questa è fame, pura e semplice", ha dichiarato un alto funzionario dell'OCHA.
- L'accesso agli aiuti: un labirinto di ostacoli
L'OCHA ha riferito che, dei 58 movimenti di aiuto pianificati coordinati con le autorità israeliane in tutta Gaza dal 14 al 20 maggio 2025, 36 sono stati negati, dieci sono stati inizialmente accettati ma hanno affrontato impedimenti, cinque ritirati e sette facilitati. La situazione degli aiuti rimane critica: L'entrata di aiuti rimane limitata; le autorità israeliane non hanno permesso all'UNRWA di portare forniture umanitarie per oltre quattro mesi (dal 2 marzo).
Non esiste una soluzione militare per porre fine al conflitto, hanno avvertito i funzionari ONU. La storia di Gaza City è la storia della resilienza umana. Ma anche la resilienza ha i suoi limiti. Mentre il mondo osserva, 750.000 vite pendono in bilico, e con esse, il destino di una delle città più antiche e storicamente significative del mondo.
La domanda che risuona nelle sale dei palazzi del potere mondiale non è più se Gaza City sopravvivrà, ma cosa rimarrà dell'umanità se permettiamo che questa tragedia continui e soprattutto se si continuerà a lasciare ad Israele carta bianca nel poter attaccare chi voglia e compiere i massacri che ritiene opportuno. Chi sarà il prossimo?
Di Eugenio Cardi