Israele arresta e poi rilascia Gran Muftì di Gerusalemme, il negazionismo dell'Idf: "Sì a lanci di cibo su Gaza ma non c'è carestia"
Il Gran Muftì aveva criticato la politica della fame messa in atto dal governo di Netanyahu
Israele ha arrestato e poi rilasciato il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, lo sceicco Mohammad Hussein. La polizia israeliana lo ha arrestato poco dopo aver pronunciato il sermone del venerdì. Ha fatto irruzione cortili della moschea e scortato fino alla Porta Marocchina, una delle porte che conducono al complesso di Al-Aqsa. Il Gran Muftì aveva criticato la politica della fame messa in atto da Israele nella Striscia di Gaza, e non è l'unica voce che si è alzata in queste ore per denunciare quanto accade ai palestinesi. Intanto, l'Idf prova a negare che ci sia una carestia in corso nella Striscia e dà il via libera al lancio di cibo su Gaza.
Israele arresta e poi rilascia Gran Muftì di Gerusalemme
Israele ha prima arrestato e poi rilasciato il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, dopo la preghiera del venerdì presso il complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sala di controllo audio della moschea per prelevare il Gran Mufti dopo un sermone in cui aveva condannato la politica di fame messa in atto dal governo di Netanyahu nei confronti del popolo palestinese nella Striscia di Gaza.
Un'unità speciale della polizia israeliana ha fatto irruzione sia nell'ufficio del capo della guardia della moschea sia nell'ufficio del direttore della moschea, in concomitanza con l'arresto del Muftì. Uno dei temi toccati dallo sceicco nel suo sermone era appunto quello legato alla fame. 111 ong hanno denunciato una carestia di massa nella Striscia di Gaza. Per l'Oms "a Gaza la fame uccide come le bombe", e l'Onu ha lanciato l'allarme: "Le scorte di cibo sono quasi finite".
Sono diversi in questi giorni i casi legati a fame e malnutrizione che hanno fatto il giro del mondo, come quello legato a Razan, bimba di 4 anni morta per la fame, o a Muhammad Zakariya Ayyoub al-Matouq, ridotto ad uno scheletro per via della carestia.
Ad oggi la distribuzione degli aiuti umanitari è in possesso della GHF, progettata dalla Boston Consulting Group. La Gaza Humanitarian Foundation risponde in realtà ad un disegno mortale. Gli hub di distribuzione degli aiuti, già noti come "trappole mortali" per i palestinesi, secondo i documenti trapelati dalla BCG, sarebbero solamente la prima parte di un piano ben più ampio per affamare e deportare i civili per consegnare Gaza a Tel Aviv, permettendo la realizzazione del "Greater Israel".
Intanto, l'Idf ha negato che nella Striscia sia in corso una carestia. Per il coordinatore israeliano delle attività governative nei territoril a situazione umanitaria nella Striscia di Gaza "continua a essere difficile e impegnativa", ma non si registrerebbe nessuna carestia diffusa. L'esercito israeliano ha acconsentito ai Paesi stranieri lanci di cibo su Gaza.