Gaza, il cardinale Lojudice della Cassazione vaticana: "Strage di innocenti in fila per il riso, un abominio, il male più sfrenato e senza logica"
Il cardinale, collega per cinque anni di Leone XIV in Curia: "Netanyahu non si ferma perché è un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere"
Il cardinale Augusto Paolo Lojudice, giudice della Cassazione Vaticana e collega per cinque anni di Leone XIV in Curia, ha condannato ciò che accade a Gaza ad opera di Israele: "C’è chi si è stracciato le vesti leggendo la parola genocidio usata da Francesco in un libro. Ma a Gaza siamo oltre la follia. È all’opera il male più sfrenato e senza logica. L’uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio". Ha poi definito il premier israeliano Benjamin Netanyahu "un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere". Le sue parole fanno seguito a quelle pronunciate da Papa Leone XIV dopo l'Angelus in piazza della Libertà a Castel Gandolfo il 20 luglio 2025. "Si vedono continui attacchi militari contro la popolazione civile e i luoghi di culto a Gaza - ha aggiunto -. Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto. Alla comunità internazionale rivolgo l'appello a osservare il diritto umanitario e a rispettare l'obbligo di tutelare i civili nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e di spostamento forzato della popolazione".
Gaza, il cardinale Lojudice: "Strage di innocenti in fila per il riso, un abominio"
Il giudice della Cassazione Vaticana, nonché che arcivescovo di Siena e Montepulciano e membro del consiglio permanente della Cei, ha dichiarato in un’intervista a La Stampa che "ormai il masso è rotolato e si è azzerata qualunque giustificazione geopolitica, di fronte all’attuale escalation di nefandezze nessuno dice più che sia giusto che Israele si difenda. La strage degli innocenti grida vendetta al cielo. Non ci può più tirare indietro dal denunciarlo".
Secondo il cardinale Benjamin Netanyahu "non si ferma perché è un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere. A parte Donald Trump, a cui interessa solo vendere armi, nessuno accetta più le sue auto-legittimazioni. L’altra sera all’abbazia cistercense di San Galgano, la Caritas ha organizzato un concerto di beneficenza. Alla fine è venuta a parlarmi una signora della comunità ebraica quasi in lacrime, con tono di scuse. L’ho abbracciata e le ho risposto che non c’entra nulla l’appartenenza religiosa. Come fa a guardarsi allo specchio chi si macchia di atrocità del genere e ha decine di migliaia di vittime sulla coscienza? Non c’è nulla di ragionevole in una carneficina, è la malvagità che prende campo e spazza via il senso di umanità".
Lojudice dice che Netanyahu è andato oltre il detto dell’occhio per occhio, dente per dente: "Nessuna violenza può strumentalizzare il nome di Dio. A Gerusalemme ho sentito frange fondamentaliste farsi scudo delle Scritture per calpestare i diritti umani. In realtà non c’è più modo di tentare una spiegazione. La lettura fondamentalista della Bibbia richiama la distruzione totale del nemico? Una mistificazione perché si parla di abbattere il male non di sterminare bambini. Quando si stravolge l’Antico Testamento gli si fa dire ciò che si vuole. Non tutti gli ebrei lo fanno. In Israele sono ora al comando settori integralisti che uniscono il fondamentalismo a politiche di estrema destra, alla folle ricerca del potere assoluto. Il diritto della forza umilia la forza del diritto. Per colpa di scelte dissennate commettono le stesse atrocità compiute su di loro. Se non si ferma il tiranno non se ne esce. La vita ha perso qualunque valore rispetto al tornaconto economico dell’industria di morte e alla ricchezza usata come sopraffazione".
"Non c’è da interrogarsi sulle cause di azioni criminali come quelle nella Striscia. Il dispiegarsi di una violenza cieca e crudele si riverserà per decenni sulle generazioni seminando discordia. La presenza cristiana si staglia come un’oasi profetica che testimonia la possibilità di un altro modo di vivere sulla stessa terra".
"Non è cacciando un popolo che si pacifica una terra. Lavorare insieme è l’unico strumento per tutelare gli innocenti. Ciò che ho visto in Terra Santa non è accettabile, è una devastazione etica e materiale che ti scava dentro e non dimentichi più. A Gaza sono i civili le vittime del conflitto e la dignità umana è calpestata ogni giorno di più. Dobbiamo mobilitarci per fermare la tragedia di una guerra orribile, sempre più insensata e totalmente priva di ogni giustificazione umana e morale. Non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità. L’uso e il possesso di armenti in grado di radere al suolo la “casa comune” è un abominio per il quale arriverà il giudizio divino".