"Continua espansione illegale di Israele in Cisgiordania meridionale e centrale", in programma costruzione di altri 2340 alloggi per coloni ebrei
L’OLP considera questi progetti parte di una strategia più ampia di annessione de facto, con la finalità di consolidare il controllo territoriale israeliano in Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale
Prosegue senza sosta l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Secondo l’Ufficio nazionale per la Difesa della Terra dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), l’Autorità di Occupazione Israeliana (IOA) starebbe portando avanti un nuovo piano per costruire almeno altre 2340 unità abitative a favore dei coloni ebrei, invadendo centinaia di dunum di terreni privati palestinesi. Si tratta di una strategia che, secondo l’OLP, ha carattere sistemico e mira a modificare radicalmente l’assetto territoriale della regione, compromettendo ogni prospettiva di soluzione negoziata.
"Continua espansione illegale di Israele in Cisgiordania meridionale e centrale", in programma costruzione di altri 2340 alloggi per coloni ebrei
“Il Consiglio Superiore di Pianificazione dell’amministrazione civile israeliana sta attualmente discutendo diversi importanti progetti di espansione degli insediamenti”, ha dichiarato l’Ufficio Nazionale nel suo rapporto settimanale. Tra i progetti in discussione, emerge la costruzione di 117 unità nell’insediamento di Ma’ale Amos, a sud-est di Betlemme, e 150 unità a Ganei Modi’in, a ovest di Ramallah. Quest’ultimo caso segna un precedente significativo: si tratterebbe infatti della prima espansione oltre il muro di separazione, su terre appartenenti alla città palestinese di Ni’lin.
L’OLP denuncia un preciso coordinamento tra figure chiave del governo israeliano: “Esistono chiari ruoli di coordinamento e complementari a questo proposito tra il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, che guida i piani di espansione degli insediamenti, e il ministro della Guerra israeliano Israel Katz, che fornisce la copertura di sicurezza per proteggere i coloni e le loro attività”.
Ancora più imponente risulta il piano relativo all’insediamento di Kedumim, a est di Qalqilya, dove sarebbe previsto un nuovo quartiere con 1.352 unità abitative su un’area di 280 dunum. Il quartiere verrebbe collegato da un ponte all’insediamento principale, formando una nuova barriera che isolerebbe i villaggi palestinesi limitrofi, trasformandoli in enclave tagliate fuori da ogni continuità territoriale.
A Betlemme, si prevede l’ampliamento dell’insediamento coloniale di Nokdim, fondato su terreni sottratti ai villaggi palestinesi di Arab al-Ta’amira. Il piano prevede la realizzazione di un nuovo quartiere con 290 unità abitative su una superficie di 239 dunum.
Inoltre, sono stati approvati ulteriori progetti per la costruzione di 430 unità negli insediamenti di “Eli” e “Givat Zeev”, incluse 348 abitazioni nell’avamposto di Palgei Mayim, già legalizzato da Israele nel giugno 2023.
Accanto ai piani residenziali, l’OLP denuncia l’avvio di lavori infrastrutturali e culturali con finalità politiche. “Il ministero israeliano dei Beni Culturali ha avviato i lavori di demolizione per istituire il cosiddetto ‘Parco Nazionale di Samaria’ presso il sito archeologico della città di Sebastia”, con un investimento fino a 32 milioni di shekel. Secondo l’Ufficio Nazionale, l’obiettivo è “giudaizzare il sito”.
Altri 3,5 milioni di shekel sono stati stanziati per interventi presso la storica stazione ferroviaria di Massoudiya, a nord di Nablus, nonostante si trovi in un’area priva di insediamenti ebraici e adiacente all’Area “B” sotto controllo palestinese. Un’area, sottolinea il rapporto, “nota per essere un parco molto frequentato dai cittadini palestinesi”.
L’OLP considera questi progetti parte di una strategia più ampia di annessione de facto, con la finalità di consolidare il controllo territoriale israeliano in Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale.