Operazione "Martello di mezzanotte", l'Iran avvertito dagli Usa dell'attacco ai siti nucleari di Fordow, Natanz ed Isfahan - RETROSCENA
L'amministrazione Trump ha comunicato di non voler raggiungere uno scontro totale e di voler colpire solo i tre siti nucleari. Da qui anche l'ipotesi che l'uranio arricchito sia stato spostato da Fordow nei laboratori sotterranei segreti per sfuggire all'attacco Usa
"Martello di mezzanotte" è il nome che è stato dato all'operazione con cui gli Usa hanno attaccato l'Iran, e precisamente i 3 siti nucleari di Fordow, Natanz ed Isfahan. Secondo fonti raccolte nel deep State dal Giornale d'Italia, un giorno prima dell'offensiva, il 21 giugno, l'amministrazione Trump ha comunicato di non voler raggiungere uno scontro totale e di voler colpire solo i tre siti nucleari. Da qui anche l'ipotesi che l'uranio arricchito sia stato spostato da Fordow nei laboratori sotterranei segreti per sfuggire all'attacco Usa.
Operazione "Martello di mezzanotte", l'Iran avvertito dagli Usa dell'attacco ai siti nucleari di Fordow, Natanz ed Isfahan
L'Iran è stato avvertito dagli Usa dell'attacco ai suoi siti nucleari iraniani, ed un'immagine satellitare postata sui social ha mostrato un grande convoglio di mezzi vicino Fordow due giorni prima dell'attacco, che non sarebbe altro che la prova del trasferimento dell’uranio arricchito fuori dall’impianto in un'altra località. Un tema, quest'ultimo, che ha tenuto banco per diversi giorni nei giorni dopo l'attacco.
In delle immagini satellitari si notano tre grandi crateri nell’impianto preso di mira dai bombardieri B-2, luoghi probabili di impatto delle bombe usate per penetrare nei tunnel. Il sistema di difesa aerea di Teheran sarebbe stato distrutto, ma lo Stato islamico ha replicato a questa asserzione: "L'industria nucleare è profondamente radicata nel nostro Paese e le sue radici non possono essere distrutte", ha detto il portavoce dell’agenzia statale iraniana per l’energia atomica Behrouz Kamalvandi.
Allo stesso tempo, l'attacco degli Stati Uniti non avrebbe distrutto i siti nucleari in Iran, come ha affermato Trump, bensì avrebbe solo ritardato di pochi mesi i programmi atomici. È quanto ha spiegato in un report la Us Defence Intelligence Agency, il braccio operativo del Pentagono per l'intelligence, basandosi su una valutazione dei danni di battaglia condotta dal Comando Centrale degli Stati Uniti.