Gaza, Hamas risponde a Trump: “Vogliamo fine della guerra, non stop di 60 giorni”, Smotrich e Ben-Gvir pronti ad affossare l’accordo

Hamas spera in un accordo ma che ponga fine alla guerra, e non una tregua di soli due mesi

Hamas risponde a Trump sull'accordo per una tregua di 60 giorni a Gaza sul quale Netanyahu avrebbe dato il suo sì. Il portavoce Taher al-Nunu ha dichiarato che il gruppo è pronto a prendere in considerazione la proposta, ma solo se essa porterà "chiaramente alla fine completa della guerra. Siamo seri riguardo al raggiungimento di un accordo", ha aggiunto. Tradotto: per il momento non se ne farà nulla. Trump e Netanyahu si incontreranno il 7 luglio alla Casa Bianca, ed in quell'occasione discuteranno proprio dell'ipotesi di cessate il fuoco nella Striscia. 

Gaza, Hamas risponde a Trump: “Vogliamo fine della guerra, non stop di 60 giorni”

Le condizioni di Hamas per un accordo con Israele sono che questo possa portare ad una fine della guerra. Un po' la stessa cosa che vuole anche Donald Trump, che in una telefonata con Netanyahu aveva parlato proprio di questo. Una telefonata che aveva provocato una rottura tra i due, con i rapporti che si sono incriminati ancora di più. E secondo un retroscena del Giornale d'Italia, il tycoon starebbe lavorando con la CIA per un cambio di guida in Israele. A pesare nei rapporti tra i due sarebbero stati il non cessate il fuoco a Gaza e l’attacco in Iran. Durante una telefonata, il presidente americano aveva intimato all’omologo di non attaccare Teheran, cosa puntualmente accaduta, e che ha acuito ancora di più i rapporti tra i due.

Smotrich e Ben-Gvir pronti ad affossare l’accordo

I due ministri israeliani Smotrich e Ben-Gvir, entrambi nel mirino della Corte penale internazionale che potrebbe presto emanare due mandati d'arresto come già fatto per Netanyahu e Gallant, sarebbero pronti ad affossare l'accordo sulla tregua di 60 giorni

Una fonte vicina al ministro ha dichiarato che Ben Gvir "ha parlato con i media di un incontro non ancora fissato. La vittoria a Gaza è troppo importante e la vita degli ostaggi troppo preziosa per trasformarla in un gioco mediatico". D'altronde, entrambi sono considerati i ministri più "sanguinari" dell'intero governo Netanyahu.