Gaza, 30 morti nei raid Idf a Jabalia, Onu: “Nella Striscia non entra cibo da oltre 10 giorni, ultime riserve rimaste”

I raid israeliani di ieri hanno causato circa 30 morti tra la città e il campo profughi di Jabalia, a Gaza. L'Onu ha dichiarato che la situazione per gli aiuti alimentari è "sull'orlo del baratro"

I raid israeliani di ieri hanno causato circa 30 morti tra la città e il campo profughi di Jabalia, a Gaza. L'Onu ha dichiarato che la situazione per gli aiuti alimentari è "sull'orlo del baratro". Le basi Unifil in Libano erano state di nuovo colpite dall'esercito israeliano ieri, causando il ferimento di due caschi blu di nazionalità cingalese.

Il ministro degli esteri Tajani ha dichiarato che la richiesta avanzata da Israele di spostare le truppe dei peacekeeper dal Libano è stata “respinta”: “Non è una scelta italiana stare là, ma delle Nazioni Unite. I nostri soldati non sono terroristi di Hezbollah, è inaccettabile che siano stati attaccati dall'esercito”.

Ordine dell'Idf di evacuare nord di Gaza

L'Idf ha ordinato ai residenti di una zona nel nord di Gaza di evacuare e di spostarsi verso sud. Avichay Adraee, il portavoce militare in lingua arabasi si è rivolto agli abitanti della “zona D5” con un messaggio su X: “L'area designata, compresi i rifugi ivi situati, è considerata una zona di combattimento pericolosa. L'area deve essere evacuata immediatamente attraverso Salah El-Din Street verso la zona umanitaria”. Infatti, da oltre una settimana, Israele ha lanciato un'operazione massiccia nel nord della Striscia, in particolare a Jabalia

30 morti nei raid israeliani a Jabalia

L'agenzia di protezione civile della Striscia di Gaza ha dichiarato che ieri almeno 30 persone sono state uccise dagli attacchi dell'Idf nella città e nel campo profughi di Jabalia, a nord di Gaza. Mahmud Bassal, portavoce dell'agenzia, ha dichiarato che un attacco avvenuto nella serata di ieri avrebbe causato “12 morti, tra cui donne e bambini”, aggiungendo che 14 persone sono “ancora disperse e probabilmente intrappolate sotto le macerie”. Ahmad al-Kahlut, direttore dell'agenzia nel nord di Gaza, aveva comunicato che nella giornata di ieri, 18 persone erano state uccise da diversi attacchi, alcuni dei quali contro “8 scuole” del campo profughi.

Onu: "Aiuti alimentari nel nord i Gaza inaccessibili”

Farhan Haq, portavoce dell'Onu ha dichiarato che ''nessun'' aiuto alimentare per la popolazione palestinese è entrato nel nord della Striscia di Gaza. “I principali valichi verso il nord sono stati chiusi e saranno inaccessibili se l'attuale escalation continua. Gli aiuti per Gaza sono al livello più basso degli ultimi mesi. Nessuno ha ricevuto  pacchi alimentari questo mese a causa dell'accesso limitato alle  forniture di aiuti”, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa.        

Stando ai dati del Programma alimentare mondiale (Pam), citati dal  portavoce dell'Onu, l'organizzazione ha distribuito le “ultime riserve rimaste” nel nord della Striscia, “ma basteranno appena per due  settimane”. “Molte cucine, punti di distribuzione e panifici sono  stati costretti a chiudere, e altri rischiano di farlo se il conflitto continua su questa scala”,ha spiegato Farhan Haq.

Non solo il nord ma anche il sud di Gaza sarebbe “sull'orlo del baratro” ha aggiunto Haq. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) insieme ai suoi partner "stanno distribuendo pane, pasti pronti o cibi cotti, nonché farina, all'interno e all'esterno dei rifugi designati'', ha aggiunto il portavoce Onu.

Tajani: "Onu decide sulla missione, non ci spostiamo da lì”

Il ministro degli Esteri ha rassicurato che i militari italiani rimarranno in quella zona poiché al momento non correrebero rischi: “La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Ci sono stai episodi inaccettabili che non devono più ripetersi. Mandiamo un messaggio forte a tutti. I nostri militari non si toccano. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa”. Tajani ha poi ribadito la natura della missione Unifil: “La missione Unifil è una scelta delle Nazioni Unite: l'Onu non è uno Stato, non si può dire 'togliti da lì'. Per questo sono necessarie decisioni adottate al Palazzo di Vetro”.

Il ministero della Salute del Libano ha dichiarato che, nelle ultime 24 ore, 60 persone sarebbero morte e 168 sarebbero rimaste ferite negli attacchi israeliani. Il bilancio complessivo del conflitto sarebbe salito a “2.229 morti e 10.380 feriti”, ha affermato il ministero. Inoltre, l'unità di risposta alle crisi del Libano avrebbe registrato “57 attacchi aerei e incidenti di bombardamento” nelle ultime 24 ore, principalmente nei sobborghi meridionali di Beirut e nella valle della Bekaa.