Serbia, scontri tra la polizia e i manifestanti per presunti brogli elettorali. Una rivoluzione colorata per fortuna fallita?

Si è parlato, anche se solo per cenni e fugacemente, degli scontri in Serbia per le elezioni. In particolare vi sono state proteste in relazione a presunti voti da parte di coloro i quali hanno contestato Vucic. Il quale rappresenta a suo modo la parte della Serbia vicina alla Russia e non disponibile a cedere alla globalizzazione neoliberale di matrice atlantista. Le rivolte sono state contenute grazie all'intervento della polizia ma l'interrogativo che dobbiamo porci, e che da più parti è stato posto, è se si sia trattato di una rivoluzione colorata fortunatamente fallita. Le rivoluzioni colorate, come sappiamo, sono movimenti di protesta fintamente nati dal basso e realmente organizzati dall'alto, quasi sempre con l'appoggio di Washington, con un obiettivo preciso: destabilizzare governi non allineati all'ordine atlantista, di modo che vengano rovesciati e sostituiti da nuovi governi proni ai desiderata di Washington. Una pratica ben collaudata, che nel caso specifico ha richiamato alla memoria Euromaidan, il golpe avvenuto in Ucraina nel 2014 che ha aperto la strada alla parabola orrenda che ha portato l'Ucraina successivamente nelle braccia del guitto Zelensky e poi dell'ordine imperialistico. Sia quel che sia, per fortuna in Serbia il pericolo è stato scampato.

Di Diego Fusaro.