"Prigozhin è morto, test del Dna conferma", Wagner: "Putin urlò per 3 ore contro di lui a giugno"
Lo ha reso noto la commissione d'inchiesta russa sull'incidente. Intanto emerge che nell'incontro di fine giugno Putin non le mandò a dire all'ex capo Wagner
"Prigozhin è morto, il test del Dna conferma". Non ci sono più dubbi ormai nonostante le varie teorie del complotto accavallatesi dopo il giorno dell'incidente, la commissione d'inchiesta russa istituita per far luce sullo schianto, conferma che l'ex capo Wagner è effettivamente morto. Sono state fatte delle lunghe ricerche sui resti trovati nella regione di Tver, fra Mosca e San Pietroburgo e i "test genetici molecolari sono terminati". "Secondo i risultati tutte le identità delle 10 vittime vengono confermate".
"Prigozhin è morto, test del Dna conferma"
Nessuna sorpresa e nessuna controfigura: Evgenij Prigozhin è effettivamente morto ed assieme a lui gli altri nove passeggeri che lo accompagnavano nel suo jet privato, nel volo che dall'Africa lo doveva portare a San Pietroburgo. Con lui c'era anche il fondatore dei mercenari, Dmitri Utkin. Il comunicato non fornisce altri dettagli, ma solo la conferma di una notizia che sapevamo già.
Rimane il buio sulle modalità di come sia morto Prigozhin. Contraerea russa, bombe nel vano del carrello, ordigno posizionato addirittura in una cassa di vino di uno dei passeggeri. Anche qui di teorie, fino alla conferma ufficiale che arriverà dopo la fine dell'inchiesta aperta in Russia, ce ne sono a bizzeffe. La Wagner attende adesso di sapere il proprio destino. Due i nomi sul tavolo per la successione qualora la formazione non venisse sciolta: Elizarov e Troshev. Il primo, il "conquistatore di Soledar", il secondo, molto più vicino a Putin e dato come papabile già più di un mese fa, pochi giorni dopo la rivolta della Wagner.
"Putin ha urlato per tre ore contro Prigozhin lo scorso giugno"
Emergono in queste ore scottanti rivelazioni in merito all'incontro che si è tenuto al Cremlino a fine giugno tra Vladimir Putin e Prigozhin. Secondo una fonte della Wagner, il premier russo avrebbe "urlato per tre ore contro di lui", infuriato dopo le rimostranze dell'ex leader e dopo la rivolta che Prigozhin aveva organizzato in Russia, marciando fino a 200 km da Mosca.
"Zhenya (Prigozhin, ndr) ha creduto che Putin si fosse sfogato. 'Non ci ha uccisi subito, quindi non ci ucciderà', ha pensato. Si credeva indistruttibile, si è convinto di essere immortale", racconta la fonte. Forse anche questo motiva il fatto che tutti i membri più importanti, compreso Utkin, viaggiassero insieme.
A quell'incontro avevano partecipato 35 persone. Secondo Peskov, l'ex leader dei mercenari ed il suo staff avevano dato al presidente le loro "spiegazioni", mentre la controparte aveva offerto loro "ulteriori opzioni di lavoro e di impiego nei combattimenti".