Nato, ipotesi von der Leyen alla guida, possibile ok di Biden alla presidente UE filo-Usa

L'attuale presidente della Commissione Ue è sponsorizzata da Biden per la successione a Stoltenberg. Potrebbe sfidare Draghi e Boris Johnson, mentre alla Commissione, il Ppe punterebbe su Metsola

La Nato punta von der Leyen. O forse è il contrario. Fatto sta che i primi approcci tra le parti sono cominciati. Sarebbe Joe Biden in prima persona a volerla in particolar modo alla guida degli Alleati. Ma c'è un problema: il mandato di Stoltenberg scade il prossimo settembre, quello dell'attuale presidente della Commissione Ue nel 2024. Ragion per cui alla Casa Bianca sono già cominciate le prime riflessioni. Nel caso in cui von der Leyen decidesse di abbracciare l'Alleanza, il Ppe punterebbe con forza su Roberta Metsola, attuale presidente del Parlamento Europeo. 

Nato, von der Leyen successore di Stoltenberg? Da Biden arriva il placet

Joe Biden ha già cominciato il pressing su Stoltenberg affinché il capo degli Alleati accetti un'ulteriore proroga a segretario Nato, dopo quella accettata lo scorso anno dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Mossa fondamentale per soddisfare l'appetito guerrafondaio dell'attuale premier statunitense che vede in von der Leyen la figura perfetta: già ministro della Difesa in Germania, a capo della Commissione Ue che nell'ultimo anno si è prodigata come non mai per concedere "aiuti" militari all'Ucraina e comminare sanzioni alla Russia, e soprattutto, del tutto filo-Usa.

Ursula von der Leyen rimane decisa a confermare il mandato alla guida dell'Unione Europea, ma avrebbe già la scappatoia in caso di fallimento. Il piano B sta prendendo sempre più corpo e potrebbe presto diventare A. Come Alleati.

Von der Leyen a capo della Nato? Dovrà sfidare Draghi e Boris Johnson

Se von der Leyen vorrà davvero mettersi al timone della Nato dovrà sfidare due suoi "vecchi" amici. Mario Draghi e Boris Johnson, alleati infaticabili nell'ultimo anno riguardo il tema dei rifornimenti all'Ucraina ma che potrebbero tenerle testa per accaparrarsi la guida degli Alleati. Dell'ex premier ne ha già parlato in esclusiva il Giornale d'Italia. Il sogno di Draghi che non si sente più tra i "potenti" e che vorrebbe rientrarci è infatti quello di salire sulla poltrona più prestigiosa dell'Organizzazione.

Stessa ambizione che trascorre nella mente e nel corpo di Boris Johnson, trombato dal Regno Unito ma anch'esso alla ricerca di un posto che gli garantisca lo sforzo di supportare il grande amico Zelensky. E non solo.