Missili in Polonia, chi è stato a colpire un territorio NATO durante il G20, il negoziato Russia Ucraina e alla vigilia del vertice di Ramstein?

I missili caduti nel villaggio di Przewodów, in Polonia, hanno colpito un paese NATO proprio alla viglia del vertice di Ramstein, dove i paesi partner dell'Ucraina decideranno se concedere altre armi a Kiev, ma chi è stato? Ecco le ipotesi sul tavolo

missili in Polonia sono caduti non soltanto in concomitanza del G20 ma anche alla vigilia del vertice di Ramstein, in cui paesi partner dell'Ucraina decideranno sulle nuove forniture di armi a Kiev. Formalmente durante il G20 sono state formalizzate due proposte di trattativa a Zelensky che le ha rifiutate: la prima è stata suggerita dallo stesso segretario generale della NatoJames Stoltenberg che ha dichiarato come fosse necessario andare al tavolo delle trattative dopo aver conquistato Kherson, all'epoca nelle mani dei russi. Poi i russi hanno deciso di cederla, trattare e abbattere i ponti della città e lasciare che gli ucraini avanzassero dietro di loro. Adesso il missile caduto in Polonia, qualora ci fossero prove incontrovertibili del lancio russo, potrebbe innescare l'articolo 5 della Nato che coinvolgerebbe automaticamente tutti i paesi partner dell'alleanza atlantica in guerra, compresa l'Italia. Ma questo soltanto se si accertasse davvero chi è stato a lanciare il missile. Biden al G20 ha dichiarato: "Improbabile che il missile sia russo".

Missili in Polonia, chi è stato? Le ipotesi sul tavolo 

Ci sono varie ipotesi sul tavolo: la prima è l'errore russo, ma va escluso perchè a Leopoli non ci sono russi e il Cremlino ha appena confermato l'assenza di russi e di azioni militari in quella zona. Il missile ha una gittata di 160 km, potrebbe essere stato lanciato eventualmente solo dal territorio della Bielorussia, ma la traiettoria del relitto balistico andrà analizzata da esperti.
La seconda ipotesi è quella della contraerea, vale a dire dell'azionamento di un sistema di autodifesa russo volto a fermare il lancio di un missile ucraino. Il frammento potrebbe aver viaggiato anche per km e potrebbe essere finito nel villaggio polacco al confine con l'Ucraina.

La terza ipotesi è che il missile in Polonia non ci sia finito casualmente e che sia stato lanciato dall'esercito ucraino per volontà di Zelensky, il presidente ucraino che dopo essersi ripreso Kherson non ha voluto trattare con Putin. Ma Kherson è stata ceduta dai russi che hanno colto la richiesta implicita di Stoltenberg per le trattative. 

Nella giornata di ieri sono caduti 100 missili in Ucraina che hanno coinvolto tutte le città, da Leopoli a Kharkhiv. Leopoli è la città più a est dell'Ucraina e sta solo 70,88 km dal villaggio di Przewodów in Polonia. Questo potrebbe voler dire che l'ipotesi della contraerea è confermata. Il lancio del missile tuttavia, sebbene in uso più frequente da parte di ucraini, potrebbe essere stato lanciato anche dall'esercito russo. Infatti anche l'intelligence britannica afferma che i russi posseggono gli stessi missili, secondo altre fonti le ultime rimanenze sarebbero state già utilizzate durante i primi mesi di guerra, una buona parte di questi missili inoltre la Russia li avrebbe ceduti all'Armenia.

La trattativa proposta da Stoltenberg (e condotta da Milley)

Per comprendere quanto è importante la cessione di Kherson nell'ottica russa (proposta da Stoltenberg) per le trattative, bisogna comprendere che è la città della diga: la stessa diga che rischiava di saltare e inondare la città il 21 ottobre 2022. Se la diga fosse saltata, la città sarebbe stata inondata e l'inondazione di Kherson corrisponde al prosciugamento della Crimea settentrionale. Si tratta della città che offre acqua alla Crimea e il corso d'acqua è fondamentale anche per i rifornimenti di guerra (così come il ponte di Kherk, n.d.r.)
Tanto è stata palese la concessione quanto la rinuncia evidente dei russi, che inizialmente gli ucraini non volevano nemmeno avanzare credendo che i russi avessero teso una trappola. Non era così. Nella giornata di ieri i capi dei servizi segreti americani, russi e ucraini, si sono incontrati ad Ankara in Turchia per discutere sulla possibile trattativa e la location non era delle migliori visto che proprio in Turchia è avvenuto un attentato e il viceministro della difesa turco ha puntato il dito contro tutti gli altri paesi NATO
Ma in questi giorni, dopo che gli ucraini hanno preso la città di Kherson, festeggiando. Un soldato ucraino ha addirittura fatto il saluto romano.
Zelensky ha avanzato 10 proposte di pace che contenevano anche l'integralità del territorio ucraino.
Per l'Ucraina si tratta di una condizione sine qua non per sedersi al tavolo delle trattative, ma la proposta è realizzabile per la Russia. Benché Kiev ne sia al corrente, ha avanzato la stessa proposta che è stata fatta anche l'8 novembre 2022, e insieme a questa condizione, Zelansky ha fatto la solita richiesta di armi (proprio in vista del vertice di domani, n.d.r.) dicendo cioè che "vuole armi moderne" e compila anche la lista della spesa: che cosa se ne fa Zelensky dei Tochka U e degli S300?

Perchè la proposta di pace di Zelensky è "irricevibile" per la Russia, ma Zelensky abbandona l'idea di un terzo accordo di Minsk

Dal momento che la costituzione russa non consente al presidente di trattare sui territori annessi mediante referendum, non potrebbe mai cedere la Crimea.
Tuttavia potrebbe eventualmente cedere i quattro territori annessi mediante gli ultimi referendum nel Donbass, quindi il territorio di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk, ma solo perché è intervenuta la bocciatura dell'Assemblea generale dell'ONU che non ha riconosciuto validi il referendum. Essendo la Russia è un paese partner e che aderisce alla carta delle Nazioni Unite, avrebbe dovuto necessariamente subire questa decisione dovuta alla votazione.
Durante il G20 è stato proposto anche un terzo accordo di Minsk dopo i due sottoscritti negli anni 2014 e 2015, con la mediazione Europea. Il presidente ucraino però ha negato la sua disponibilità ad un terzo accordo, dichiarando che qualsiasi tregua volesse la Russia, questa sarebbe soltanto temporanea perché continuerebbe ad attaccare una volta trascorso l'inverno.
Il G20 poi si è concluso con la condanna alla guerra, ma senza citare la Russia. Uno smacco forte per Zelensky.

Cos'è un S300

Come tutti gli analisti di guerra insegnano, "è proprio durante una trattativa che può scoppiare il casus belli" e la guerra potrebbe estendersi in maniera imprevista. Ma chi è che ha realmente lanciato questo S300? E da dove è stato lanciato il missile S300?
Anzitutto va chiarito che cos'è un missile S300.
Si tratta di un prodotto balistico di fabbricazione russa in età sovietica e più precisamente la maggior parte degli S300 è stata prodotta negli anni 70 e 80.
Ha una gittata di 160 km e può essere quindi lanciato ad una distanza di medio raggio. Tecnicamente, per colpire il villaggio polacco, qualora fossero stati i russi, potrebbe essere stato lanciato dal territorio più vicino situato in Bielorussia dal momento che non vi sono postazioni russe in Ucraina orientale. Il territorio più vicino potrebbe essere Raën di Brėst, un paesino in Bielorussia che dista solo 180 km dal villaggio polacco. Ma soprattutto, a differenza di quanto rivelano alcuni giornalisti corrispondenti dall'Ucraina, gli S300 sono in uso soltanto all'esercito ucraino mentre l'esercito russo utilizza Iskander.

Il precedente di Kramatorsk

È già capitato che gli ucraini sbagliassero mira: quando infatti hanno deciso di colpire una base militare russa dalle parti di Kramatorsk hanno utilizzato un Tochka U. Anche questo missile di fabbricazione russa, ma ceduto all'esercito ucraino. La caduta sulla stazione di Kramatorsk che provocò 34 morti e in un primo momento si disse che il missile fu lanciato da una base russa, ma successivamente, dopo l'analisi della matricola fu stabilito che il Tochka U era stato lanciato da una postazione Ucraina. Ci sarebbero arrivati anche per logica se solo avessero notato che sul missile c'era scritto in russo “Per i bambini”. Gli ucraini sanno parlare russo, ma i russi non sanno parlare ucraino. Quindi quella frase era una chiara rivendicazione dei bambini trovati morti a Bucha pochi giorni prima.
La cessione di questi armamenti la Russia l'ha operata non soltanto con l'Ucraina che, benché neutrale, aveva comunque la necessità di armare un esercito, ma anche verso la Turchia e altre nazioni come l'Armenia.

In queste ore il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nell'incontro con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha formalmente dichiarato la sua fedeltà alla NATO, ma sicuramente non aveva immaginato che la prova del nove fosse dietro l'angolo.