Mps-Mediobanca, Commissione d'inchiesta Banche sentirà i pm milanesi sul presunto "concerto"; Ascoltato Castagna (Banco Bpm)
I magistrati di Milano e i vertici delle principali Casse di previdenza saranno ascoltati il 26 febbraio; al centro dell’inchiesta presunti accordi occulti, acquisti coordinati e il ruolo di Akros nel collocamento del 15% di Mps, proseguono le verifiche della Procura di Milano e della Gdf su operazioni e protagonisti della scalata a Mediobanca
Le indagini sul presunto concerto tra Mps-Mediobanca hanno portato la Commissione d’inchiesta del Senato sul sistema bancario a voler ascoltare anche i procuratori di Milano. La decisione è stata comunicata l’11 dicembre, dopo aver sentito le dichiarazioni di Giuseppe Castagna, AD di Banco BPM.
Le parole del presidente della Commissione d’Inchiesta
Il presidente della Commissione d’inchiesta, Pier Antonio Zanettin, ha dichiarato che: “L’audizione è stata fissata per il 26 febbraio. Potrebbero essere disponibili ulteriori carte rispetto a quelle finora oggetto di discovery – ha poi proseguito -. Dal decreto di perquisizione sono emersi come indagati per le ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza l’ingegnere-editore Francesco Gaetano Caltagirone, il numero uno della holding della famiglia Del Vecchio (Delfin) Francesco Milleri e il ceo di Mps Luigi Lovaglio (ma non la banca come persona giuridica). Sarà anche l’occasione di una ricognizione sul tema dei reati finanziari più in generale. Per riflettere se non valga la pena di fare una riforma sulle competenze delle procure, non più tutte ma una sola, o due-tre, a livello nazionale esclusivamente per i reati finanziari”.
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Audizioni sulle Casse di previdenza
Anche le tre casse di previdenza Enpam, Enasarco e Cassa Forense, coinvolte nell’acquisizione delle azioni di Mediobanca, saranno sentite dalla Commissione. Lo ha annunciato la vicepresidente della Commissione, Cristina Tajani (Pd), confermando che sarà convocata anche Crédit Agricole.
Il ruolo delle Casse è oggetto di attenzione da parte della Procura di Milano, che sta approfondendo il loro coinvolgimento nella vicenda.
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Il capitolo Mps e il collocamento affidato ad Akros
Nel corso dell’audizione, l’attenzione si è concentrata sul collocamento del 15% di Mps detenuto dal Tesoro, affidato a Banca Akros, la investment bank del gruppo Banco Bpm.
L’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha affrontato il tema, pur chiedendo di non entrare in dettagli che “potrebbero interferire con eventuali indagini”. Non ha chiarito se sia già stato sentito dai magistrati, come avvenuto per il Ceo di Unicredit Andrea Orcel, ma ha difeso il ruolo di Akros nell’operazione di collocamento accelerato.
Le spiegazioni di Castagna
Castagna ha sostenuto che Akros sia “un attore primario dell’equity capital market italiano” e che, in quanto tale, si sia proposta al Tesoro per gestire la vendita, confrontandosi con la capogruppo sulle garanzie da prestare.
Ha ribadito che Banco Bpm non ha avuto interlocuzioni dirette con il Mef, non essendo coinvolta nella procedura decisionale.
Quanto alla scelta di escludere le banche estere che avevano curato precedenti collocamenti, Castagna ha ipotizzato che il governo abbia preferito rivolgersi a un mercato differente: “Se si punta al mercato americano, ci si affida a una banca americana".
Il collocamento portò all’ingresso nel capitale Mps di Caltagirone, Milleri, Banco Bpm e Anima, con un prezzo superiore alle quotazioni di mercato. Un premio che Castagna ha giudicato “congruo”, richiamando il precedente delle quote Commerzbank acquistate da Unicredit con un sovrapprezzo di circa il 5%.
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Le critiche del M5S
Mario Turco, senatore M5S, si è dimostrato non convinto dalla ricostruzione: “Castagna non ha chiarito il conflitto d’interessi legato alla vendita delle azioni Mps”.
Turco ha inoltre richiesto l’acquisizione della documentazione sui cento ordini di acquisto giunti ad Akros il 13 novembre 2024, citati dallo stesso Castagna.
L’evoluzione delle indagini
Parallelamente, proseguono le attività della Guardia di Finanza sia sul collocamento sia sulla presunta concertazione dell’offerta pubblica di Mps su Mediobanca. Secondo l’ipotesi della Procura, l’operazione sarebbe stata coordinata da Caltagirone e Milleri con il concorso di Lovaglio.
Inoltre è stata perquisita anche la sede milanese di J.P. Morgan, advisor di Mps insieme a Ubs nella scalata a Piazzetta Cuccia.