Accordo Generali-Natixis a rischio stallo, in pole il "Terzo Polo allargato" ma dossier sul tavolo anche di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Medionalum, e altri operatori - RUMORS
L’operazione con i francesi di Natixis è a rischio stallo, in tale ambito è stata rimossa penale prevista in caso di mancata finalizzazione dell’accordo; dossier sul tavolo di Intesa Sanpaolo (che ha smentito) e di altri operatori, in pole il Terzo polo allargato con oltre 920 miliardi - Confermate le anticipazioni de Il Giornale d'Italia
Con l’ipotesi di un’alleanza con i francesi sempre più lontana, le banche d’affari sono già al lavoro per esplorare nuove strade di aggregazione nel mondo dell’asset management.
In pole position per la realizzazione di un grande player europeo nella Bankassurance si colloca il gruppo azionista di riferimento di Generali, ovvero l’asse costituito da MPS e Mediobanca; questo perimetro potrebbe ampliarsi includendo Banco BPM e Crédit Agricole Italia, come anticipato da Il Giornale d'Italia.
Banco BPM registra una raccolta totale pari a 254,2 miliardi di euro, mentre Crédit Agricole Italia raggiunge i €354 miliardi. MPS si attesta su oltre €200 miliardi di raccolta, confermandosi tra i principali player del sistema bancario nazionale. Mediobanca – considerando anche la divisione Mediobanca Premier – gestisce complessivamente 112 miliardi di euro in asset under management. Anima Holding, invece, evidenzia una raccolta netta totale pari a 2,23 miliardi di euro. Il totale complessivo delle masse riconducibili a questi operatori supera i 920 miliardi di euro.
L'operazione Generali-Natixis
In questo contesto si inserisce l'operazione in corso tra Generali e Natixis: l'accordo consisterebbe in una joint venture 50/50 per la gestione di circa 1.900 miliardi di euro di asset, diventando il secondo player europeo dopo Amundi. Generali conferirebbe €650 miliardi (più 15 miliardi di nuova produzione) e Natixis €1.200 miliardi, creando un leader del risparmio gestito a "trazione Leone". Dopo la rimozione della penale da €50 milioni prevista lo scorso gennaio, il dialogo tra i due gruppi proseguirà fino al 31 dicembre.
Generali ha chiuso il primo semestre del 2025 con risultati record, raggiungendo un livello di Asset Under Management pari a 854,1 miliardi di euro al 30 giugno.
L’operazione con i francesi rischia però di essere compromessa da MPS che, sostenuta dalla regia del Governo, mira a favorire l’alleanza nel “Terzo Polo allargato” (MPS-Mediobanca con BancoBpm e Credit Agricole Italia, operatore francese che "compenserebbe" agli occhi del governo francese la mancata operazione su Natixis).
Per dimensioni, l’aggregazione tra Generali e il Terzo Polo allargato darebbe vita a una realtà paragonabile, in termini di masse gestite, a quella ipotizzata con Natixis, raggiungendo un totale di circa 1.900 miliardi di euro.
La posizione di Intesa Sanpaolo
Il dossier Natixis è tra i più osservati dalle banche d'affari. Intesa Sanpaolo oggi è vincolata dai limiti imposti dall’Antitrust, che le impediscono ulteriori espansioni sul territorio nazionale, sia nel banking tradizionale che nel ramo Vita; tuttavia dispone ancora di solide risorse e di una visione strategica orientata all’internazionalizzazione. Uno degli ambiti chiave per il futuro è certamente l’asset management, dove ha le potenzialità per puntare alla creazione di un campione europeo, in grado di competere con i giganti statunitensi come BlackRock e JP Morgan Asset Management.
Secondo alcuni rumors, la Banca era stata indicata come possibile alternativa a Natixis: le ambizioni di crescita del Gruppo guidato da Carlo Messina sono concrete, soprattutto nel comparto dell’asset management. La recente riorganizzazione del wealth management di Intesa Sanpaolo potrebbe renderla, anche dal punto di vista strutturale, un partner adatto nel caso in cui Generali decidesse di guardare oltre Natixis per portare avanti il progetto di un polo europeo del risparmio gestito.
A frenare le speculazioni è stato Tommaso Corcos, Responsabile delle divisioni Wealth Management di Intesa Sanpaolo, che ha sottolineato come la Banca ricopra già una posizione di leadership in Italia, con 909 miliardi di euro di masse gestite.
La Banca presenterà a febbraio il nuovo piano industriale per il triennio 2026-2028, che non include un’operazione di questo tipo, ma si concentra su una crescita organica in Italia e su alcune operazioni straordinarie di dimensioni contenute all’estero. Detto ciò, l’ipotesi — pur non prevista formalmente nel piano — non sarebbe del tutto esclusa.
Gli operatori interessati
Nonostante la riduzione della propria partecipazione in Generali, passata dal 6,7% a circa il 2%, UniCredit continua a mostrare un interesse significativo verso questa operazione, alla luce della sua dimensione e delle masse gestite. Di recente, l’Amministratore Delegato Andrea Orcel ha inoltre ricucito i rapporti con il Governo, rinunciando all’acquisizione di Banco BPM e assumendo una posizione di supporto nei confronti di Caltagirone e Delfin, sia in occasione dei rinnovi dei vertici di Generali, sia nell’ambito dell’operazione MPS-Mediobanca.
Anche BlackRock manifesta interesse per l’operazione. Tuttavia, nonostante la sua presenza in diverse realtà italiane, tra cui TIM, nel settore del risparmio gestito, l’eventuale coinvolgimento di un operatore americano in una partita di tale rilevanza strategica non incontrerebbe il favore del Governo.
Tra i soggetti potenzialmente interessati figurano inoltre Mediolanum, che gestisce oltre 144 miliardi di euro, e Azimut, con masse in gestione superiori ai €109 miliardi.