Nomine, Meloni blinda il Mef: il ribaltone Rivera-Barbieri e i dossier Ita e Mps - RETROSCENA
Al Mef si cambia rotta: è Riccardo Barbieri Hermitte il nuovo direttore generale del Tesoro. Meloni convince Giorgetti a rimuovere Rivera: di mezzo i dossier di Ita e Mps
Il consiglio dei ministri di ieri ha terremotato il Ministero dell'Economia e delle Finanze sostituendo due direttori generali dei dipartimenti su quattro. Addio Alessandro Rivera, benvenuto Riccardo Barbieri Hermitte per volere di Giorgetti. Ecco i retroscena di questo cambio che, fino all'ultimo, non si sapeva se si sarebbe finalizzato.
Nomine Mef, arrivano Barbieri Hermitte e Antonini
Lo Spoils System è arrivato anche al Mef. Meloni riesce a ribaltare due posizioni molti importanti: i direttori generali del Tesoro e dell'Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi. Alessandro Rivera si deve alzare dalla prima poltrona per lasciare il posto a Riccardo Barbieri Hermitte, proposto da Giorgetti. Ilaria Antonini va invece al posto di Valeria Vaccaro. Rimane, invece, il benestare per l'attuale direttore generale della Ragioneria di Stato Biagio Mazzotta.
Chi riveste la posizione del dg del Tesoro, in particolare, è importante anche dal punto di vista politico perché è il responsabile dell'elaborazione e dell'attuazione delle scelte economiche e finanziarie del Governo, sia in ambito nazionale che internazionale. Questo spiega perché già qualche mese era nell'aria la notizia che Rivera sarebbe stato rovesciato.
Rivera era in carica dal 2 agosto 2018 sotto Giovanni Tria, indipendente, ma poi è stato confermato da Roberto Gualtieri del Pd nel governo Conte e anche da Daniele Franco sotto Draghi. Questo spiega perché già da qualche mese era nell'aria la notizia che Rivera sarebbe stato rovesciato: con Giorgetti leghista e Meloni di FdI era dura che resistesse e la premier lo diceva già da dicembre.
Giorgetti alla fine ha proposto Riccardo Barbieri, un nome adatto per far quadrare il cerchio: ormai ex responsabile della direzione I del Mef, cioè quella dell'Analisi e ricerca economico, era perfetto per prendere in mano le redini ora perché conosceva già la struttura del Dipartimento.
Rivera rovesciato dai dossier su Ita e Mps
Voci di palazzo bisbigliano che in realtà Rivera sia rimasto scottato dalla sostituzione perché Giorgetti diceva che, se fosse stato per lui, l'avrebbe tenuto. Inoltre, in fondo, sperava di rimanere perché le critiche al suo operato non gli erano mai pervenute personalmente, ma solo per slogan politici. Altri credevano che avrebbe ottenuto l'ok perché ha fatto acquisire credibilità internazionale alle politiche economico-finanziarie del Paese.
Rivera è contrariato anche sulle modalità con cui questa sostituzione è stata portata avanti. Sotto la pressione di Meloni, i "colloqui" sono stati fatti addirittura dal sottosegretario Fazzolari. La procedura è molto insolita perché scavalca il ministro. Tutti i nomi però si erano ritenuti non adatti, finché Giorgetti ha ripreso in mano la situazione nominando Barbieri Hermitte.
I due punti a sfavore di Rivera si chiamano Monte Paschi di Siena e Ita. Per quanto riguarda l'azienda nata dalle ceneri di Alitalia, ad esempio, FdI si è sempre esposta contro i licenziamenti: le manovre di privatizzazione, alla maniera di Rivera, non potevano che produrne in massa.
La vicinanza di Meloni ai sindacalisti di Fiumicino la porta a optare per soluzioni meno radicali, cercando di salvaguardare più posti di lavoro possibili. Ora il governo si sta muovendo verso una privatizzazione più "lenta": è sia possibile l'acquisizione diretta, sia un aumento di capitale a partire da una quota di minoranza. Per questo Lufthansa si sta accreditando come maggior partito per Ita, escludendo fondi americani.