Governo, Draghi entra nella "fase due": nomine, dl semplificazioni, Pnrr

Quanto al tema del sub-appalto, Draghi ha ricordato che la normativa europea ha di fatto liberalizzato quest’area, facendo cadere i limiti imposti nell’ordinamento italiano

Il programma del governo Draghi entra nella "fase due". L’Italia si avvia verso un’unica zona bianca. Da lunedì tre regioni si troveranno nella fascia a basso rischio e le uniche regole che rimarranno in vigore saranno il distanziamento e l'obbligo di utilizzo della mascherina. Il governo entra ora in una fase operativa, prima con lo step delle nomine, con uomini di fiducia in Cdp (Scannapieco) e Fs (Ferraris), come vi aveva anticipato Il Giornale d'Italia, poi con il dl semplificazioni e la governance del Pnrr.

Governo, Draghi entra nella "fase due": nomine, dl semplificazioni, Pnrr

Sulle scelte chiave sulle partecipate, il presidente del Consiglio Mario Draghi è andato dritto. Ora è partito il treno del 'Recovery'. Un cronoprogramma molto lungo con una data certa: i fondi andranno spesi entro il 2026. “Draghi – spiega all'Agi una fonte della maggioranza – non potrà lasciare il Paese in mezzo al guado”. Si tratta di ragionamenti delle forze politiche (in tanti nel centrodestra accreditano la tesi che l’accelerazione del duo Toti-Brugnaro è servita anche per far ‘pesare’ i 32 voti del neo gruppo di ‘Coraggio Italia’) di cui il premier ha già fatto intendere di non tenerne conto.

L’obiettivo del presidente del Consiglio è quello di accelerare. Anche per questo motivo ha sminato il terreno, aprendo al confronto con i sindacati ricevuti nel pomeriggio a palazzo Chigi e spiegando loro che non è previsto alcun allargamento della pratica del massimo ribasso.

Per quanto riguarda invece l’altro nodo, terreno di scontro con le sigle sindacali e con alcune forze della maggioranza, il presidente del Consiglio ha fatto presente che sul tema del sub-appalto, è opportuno ricordare che la normativa europea ha di fatto liberalizzato quest’area, facendo cadere i limiti imposti nell’ordinamento italiano. C’è – questo il suo ragionamento - la necessità quindi di tenere insieme il rispetto del diritto Ue che prevede il superamento dei limiti al subappalto con la massima tutela del lavoro e della legalità. Domani (l’accordo con la Commissione Europea – ha spiegato Draghi ai sindacati - è di approvare in Cdm questi due decreti entro la fine di maggio) quando arriverà il via libera del dl semplificazione e della governance del Pnrr di fatto si aprirà la ‘fase 2’ dell’esecutivo.

Al momento le forze politiche della maggioranza hanno manifestato tutte la propria soddisfazione per la mediazione escogitata dal premier sul dl semplificazioni. Ma il premier vuole fare presto, si legge ancora sull'Agi. Una spinta che emerge già dalle bozze circolate. L’imperativo è rispettare i tempi per la messa a terra dei progetti del Recovery, altrimenti si cercheranno altre strade fino ad arrivare alla nomina di commissari ad acta.

La formula utilizzata nel testo non è breve, ma il contenuto chiarissimo: non saranno previsti ritardi. "In caso di mancato rispetto da parte delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province o dei Comuni degli obblighi e impegni finalizzati all'attuazione del Pnnr e assunti in qualità di soggetti attuatori, consistente anche nella mancata adozione di atti e provvedimenti necessari all'avvio dei progetti del Piano, ovvero nel ritardo, inerzia o difformità nell'esecuzione dei progetti, il Presidente del Consiglio dei ministri, ove sia messo anche solo potenzialmente a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del Pnrr e su proposta della Cabina di regia o del Ministro competente, assegna al soggetto attuatore interessato un termine per provvedere non superiore a quindici giorni".

"In caso di perdurante inerzia, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del suindicato Ministro, sentito il soggetto attuatore, il Consiglio dei ministri individua l'amministrazione, l'ente, l'organo o l'ufficio, ovvero in alternativa nomina uno o piu' commissari ad acta, ai quali attribuisce, in via sostitutiva, il potere di adottare gli atti o provvedimenti necessari ovvero di provvedere all'esecuzione ai progetti, anche avvalendosi di società" esterne.

La cabina di regia a palazzo Chigi avrà poteri di indirizzo e coordinamento generale, il premier avrà anche potere di monitoraggio e controllo del piano ma saranno coinvolti non solo i sindacati e le Regioni ma anche il Parlamento con una relazione semestrale.

Se da un lato l'obiettivo è fare presto, dall'altro Draghi punta comunque ad ‘includere’. Lo ha fatto capire incontrando di prima mattina il segretario dem Letta con il quale si è confrontato sulla sua proposta della tassa di successione e lo ha fatto intendere aprendo alla richiesta dei ministri Speranza e Orlando di dialogare con Cgil, Cisl e Uil sulle norme contestate nel dl semplificazioni e non solo. Ai sindacati che gli chiedevano di cambiare la misura sui licenziamenti Draghi ha risposto con gentilezza ma anche fermezza. "Il tema non è oggi all'ordine del giorno. Non sono della vostra idea perchè reputo la soluzione raggiunta quella più adatta, ma siamo disponibili al confronto". Sul tema dei subappalti si media ancora, ma la 'mission' del premier è quella di accedere ai fondi e realizzare i progetti.