Rapporto Nomisma sull'Arte, l'Italia si conferma "fabbrica della bellezza': l'industry vale quasi 4 miliardi

Il Ministro della Cultura Franceschini: “L'arte ha bisogno di sostegno e meno burocrazia. Non si tratta solo di tutelare i beni culturali ma di investire sulla crescita del Paese"

Intesa Sanpaolo, Osservatorio Nomisma e Gruppo Apollo hanno oggi presentato a Palazzo Rospigliosi a Roma il primo rapporto sul mercato dell’arte in Italia.  I dati sono stati commentati, alla presenza del Ministro della Cultura e dei Beni Culturali Dario Franceschini, dai principali player che compongono il mondo variegato dell’arte, tra i quali galleristi, direttori di musei, case d'aste, antiquari e aziende di logistica.

Dario Franceschini:"Arte, non solo tutela del patrimonio ma investimento sulla crescita del Paese"

VIDEO-Dario Franceschini: "Arte, non solo tutela del patrimonio ma investimento sulla crescita del Paese"

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini, al margine della presentazione del Rapporto Nomisma sull'Arte, si è fermato con i giornalisti per sottolineare: "L'arte ha bisogno di sostegno e di meno burocrazia. Tutti noi dobbiamo capire che è doveroso la tutela del patrimonio lasciato dalle nostre vecchie generazioni, ma è altresì importante investire sulla crescita e sullo sviluppo del nostro Paese". Sulle nuove competenze ricercate dal mondo dell'arte: "Se cresce il mercato crescono anche le professioni. Ci può essere un mercato dell'arte intelligente sia nell'arte contemporanea sia nell'antiquariato, che rispetti le regole di tutela e che contribuisca alla crescita del Paese".

Intesa Sanpaolo, Antonella Crippa: "Arte, necessarie trasformazioni per rendere mercato più trasparente"

VIDEO-Intesa Sanpaolo, Antonella Crippa: "Arte, necessarie trasformazioni per rendere mercato più trasparente"

Antonella Crippa, art advisor e fari value (Direzione Arte, Cultura e Beni Storici) di Intesa Sanpaolo, a Il Giornale d'Italia: "Il settore della cultura e dell'arte strategico per il nostro Paese. È ciò che ci rende in grado di comunicare in maniera significativa la nostra identità con l'estero.

Dal Rapporto Nomisma sull'arte emerge che alcune trasformazioni per rendere più trasparente ed efficiente il sistema migliorerebbero questo settore, con ricadute positive non solo sugli operatori del settore ma anche sui cittadini italiani ed europei.

Intesa Sanpaolo è impegnata da anni nel settore dell'arte. Abbiamo aperto tre poli museali che mettono a disposizione del pubblico le nostre collezioni e ora una quarta Galleria d'Italia. Tutte le sponsorizzazioni culturali e le partnership che manteniamo dimostrano che siamo assolutamente in prima linea su questi temi. Intesa Sanpaolo Private Banking si occupa dei clienti e sostiene l'arte come investimento.

La pandemia, purtroppo, ha impattato in maniera devastante sul mercato dell'arte. Nel 2020 c'è stato un calo del 22% rispetto al 2019%. Le aste e le fiere autunnali di quest'anno hanno dimostrato un ritrovato interesse per l'arte, anche per quanto riguarda il collezionismo".

Dal convegno di oggi sono emerse preziosissime indicazioni per il mercato dell'arte del futuro".

Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt: "Tutta la filiera dell'arte è molto importante per il Paese"

VIDEO-Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt: "Tutta la filiera dell'arte è molto importante per il Paese"

Eike Schmidt, Direttore della Galleria degli Uffizi, a Il Giornale d'Italia: "Abbiamo finalmente dei numeri molto concreti su questioni importanti per tutti noi che lavoriamo nel settore culturale.

Si percepisce molto la grande trasformazione del mercato dell'arte e, in genere, della scena artistica, che stava avvenendo già pre Covid ma che la pandemia ha accelerato.

Quello che per il pubblico è stato meno ovvio è il ruolo fondamnetale che hanno per l'economia dell'Italia le varie filiere del mercato dell'arte, che non sono solo gli antiquari e case d'aste, ma anche i restauri, la logistica e così via.

Inoltre cè un'ampia sovrapposizione tra il settore privato dell'arte e quello pubblico. Per questo motivo l'incontro di oggi per ascoltare il rapporto Nomisma sull'arte è stato molto interessanti. Siamo anche molto contenti che si ripeterà anche l'anno prossimo, in maniera da poter vedere quali saranno stati gli sviluppi.

Per i musei Uffizi è stata una vera ripartenza, adesso siamo ai livelli del 2015-2016 e abbiamo anche apportato numerose novità, mettendo in esposizioni nuovi quadri.

Abbiamo anche inziiato a implementare le iniziative degli Uffizi dislocate in tutta la Toscana. In ogni singolo caso abbiamo visto uno straordinario numero di visitatori, fino a 2100".

Nomisma presenta l'analisi Arte, il valore dell'Industry: i principali dati emersi

L’industria dell’arte in Italia genera un volume d’affari pari a 1,46 miliardi di euro, con un impatto complessivo economico sul Paese di 3,78 miliardi di indotto, e dà lavoro a circa 36 mila addetti nell’intera filiera produttiva.

Sul piano europeo, l’Italia rappresenta il 2% del mercato rispetto alle vendite a valore delle opere d’arte, quota che sale al 6% con l’uscita di UK dall’UE. Circa 4 mila tra gallerie d’arte moderna e contemporanea, antiquari e case d’asta, rappresentano alcuni tasselli fondamentali del variegato mosaico artistico italiano, composto anche da antiche e moderne professionalità come quelle dei restauratori, consulenti, operatori della logistica, le assicurazioni, le fiere nazionali e internazionali e il mondo dell’accademia.

Il settore, altamente specializzato, ritiene che le principali sfide che attendono il nostro Paese siano la semplificazione normativa, la riduzione del gap formazione-mondo del lavoro e la digitalizzazione. Vincerle significa consentire all’Italia di riappropriarsi del ruolo di “fabbrica della bellezza” nel mondo.

Covid-19: anche l'arte diventa digitale

In questo scenario, la pandemia Covid-19 ha avuto l’effetto di accelerare alcuni processi già in evidenza nel settore, quali la specializzazione e la digitalizzazione. Negli ultimi anni, infatti, si è evidenziata una riduzione del numero dei player nel mercato a fronte di un aumento del fatturato complessivo. Nel 2019 operavano in Italia 1.667 gallerie, 610 unità in meno rispetto al 2011; situazione simile a quella degli antiquari, che da 1.890 nel 2011 sono diventati 1.593 nel 2019. Tuttavia, le transazioni hanno avuto un balzo in avanti del 2%, rispetto al 2011.

Ad emergere sono le imprese più virtuose e competitive, in grado di specializzarsi e adattarsi alle esigenze del mercato nazionale e internazionale. La contrazione economica causata dalla pandemia ha indotto le realtà a implementare ulteriormente la digitalizzazione. Per esempio, rispetto al 2015, quando solamente per 1 impresa su 10 i ricavi delle vendite online incidevano più del 10%, si stima che per la fine del 2021 saranno 7 su 10 le aziende che incrementeranno il fatturato grazie al digitale. Lo sviluppo digital del settore ha inoltre consentito di mantenere stabili le transazioni: mediamente ogni operatore ha realizzato 221 transazioni nel 2020, rispetto alle 224 nel 2019.

Il Covid-19 ha solo in parte compromesso la proiezione del settore sui mercati internazionali, tanto che nel 2020 la contrazione registrata sul fatturato estero è scesa solamente di 3 punti percentuali rispetto al 2019.

Lo scorso anno, i lockdown totali e parziali, l’annullamento di eventi e mostre hanno impattato sul fatturato delle imprese e sulla crescente richiesta di credito, interessando il 33% di esse. Nel 2021 la situazione di emergenza economico finanziaria non sembra ancora rientrata, tanto che il 40% delle imprese ha registrato una maggiore esigenza di credito per la prosecuzione della propria attività.

Competenze, semplificazione della burocrazia, banche date fruibili: queste le sfide dell'industry dell'arte

Attraverso un sondaggio somministrato alle associazioni di settore, Nomisma ha potuto individuare le principali sfide che gli attori del comparto si apprestano ad affrontare. In primo luogo, la formazione a supporto dello sviluppo delle competenze del settore - che vede in Italia 32 accademie e istituti di eccellenza e più di 2.200 studenti diplomati ogni anno - necessita di una strategia di lungo periodo pianificata a livello nazionale, in grado di formare nuove figure professionali ed evitare che si crei ‘un limbo’ di alto artigianato, non in linea con le nuove evoluzioni.

L’80% degli intervistati ritiene che il sistema fiscale e l'eccessiva burocrazia relativa alla circolazione internazionale dei beni (in ingresso ed in uscita dall’Italia) costituiscano i principali elementi che limitano lo sviluppo dell'industria nel nostro Paese.

La filiera individua - tra gli strumenti necessari per garantire una maggiore programmazione economica - una riforma della normativa sull’export, con tempi certi da parte degli uffici di esportazione, ed una semplificazione della burocrazia. In particolare la recente approvazione della soglia unica di valore (13.500 euro) sotto la quale non è richiesto un permesso di esportazione (legge concorrenza 2017), applicata con tre anni di ritardo nel dicembre 2020, è stata un passo significativo nella direzione della semplificazione, ma non sufficiente. Occorre adeguarsi alle soglie previste dal Regolamento CE 116/2009 più elevate e differenziate a seconda della tipologia di beni, previste in altri paesi europei (es. Francia). Secondo i principali attori del settore, bisogna garantire maggiore certezza dei tempi nel rilascio delle autorizzazioni, quando richieste. Ad esempio, dopo un termine anche lungo dalla data della richiesta, che si può interrompere qualora lo comportino esigenze istruttorie, un bene deve poter uscire se non interviene un diniego di attestato. In ultimo,  la creazione di una banca dati pubblicamente accessibile relativa ai beni notificati si pone come necessaria anche al fine della loro valorizzazione e della certezza delle pratiche commerciali.