Chi è Aurora Livoli trovata morta a Milano, 19enne romana adottata, il padre: "Diceva di avere il diavolo dentro, scappava spesso da casa"
Aveva 19 anni, studiava chimica e viveva un profondo disagio: chi era Aurora Livoli, la giovane trovata morta in un cortile di Milano dopo settimane di silenzio
La ragazza trovata morta in un cortile di un palazzo a Milano è stata identificata in Aurora Livoli, 19enne romana che era scomparsa da settimane. Una giovane adottata, che spesso si allontanava da casa, secondo il padre: "Diceva di avere il diavolo dentro".
Chi è Aurora Livoli trovata morta a Milano, 19enne romana adottata, il padre: "Diceva di avere il diavolo dentro, scappava spesso da casa"
Aveva 19 anni e non aveva ancora compiuto vent’anni Aurora Livoli, la ragazza trovata senza vita all’alba del 29 dicembre nel cortile di un palazzo in via Paruta, a Milano. Una vicenda che ha scosso profondamente la sua famiglia e le comunità di Fondi e Monte San Biagio, nel Lazio, dove Aurora era cresciuta.
Nata a Roma, Aurora era stata adottata all’età di cinque anni da una coppia di professionisti: il padre Ferdinando Livoli, tecnico odontoiatra titolare di un laboratorio molto conosciuto, e la madre Erminia Casale, architetta. Dopo l’adozione si era trasferita con la famiglia a Monte San Biagio, vivendo un’infanzia e un’adolescenza apparentemente serene, almeno all’esterno. Chi la conosceva la descrive come “una ragazza molto intelligente”.
Si era diplomata nel 2024 all’Itis “Pacinotti” di Fondi e si era iscritta alla facoltà di Chimica all’università La Sapienza di Roma, anche se, secondo i familiari, non aveva mai iniziato a frequentare regolarmente. Negli ultimi anni, però, era emerso un disagio profondo. Aurora si allontanava spesso da casa, talvolta per giorni o settimane, avvisando però sempre i genitori.
L’ultimo contatto risale al 26 novembre, quando aveva telefonato dicendo: "Sto bene, non vi preoccupate. Non torno a casa". In un’altra conversazione aveva spiegato: "Voglio solo essere libera". Dopo quella chiamata, il silenzio. Il padre ha denunciato la scomparsa il 10 dicembre, temendo che questa volta non si trattasse di un allontanamento volontario come i precedenti.
Sui social Aurora lasciava tracce del suo malessere. Nella bio di Instagram aveva scritto: "Ho Lucifero dentro di me", accompagnando foto e video rielaborati con frasi come "Troppo tempo per pensare fa pensare male". Contenuti che oggi appaiono come segnali di una sofferenza crescente.
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso le sue ultime ore di vita: nella notte tra il 28 e il 29 dicembre camminava in via Padova, poi entrava nel cortile di via Paruta insieme a un uomo, uscito da solo circa un’ora dopo. Le indagini sono in corso per chiarire cosa sia accaduto.
L’autopsia, fissata per il 2 gennaio, dovrà stabilire le cause della morte. Intanto resta il dolore di una famiglia “distrutta”, come racconta lo zio Massimo Basile, e il ritratto di una giovane donna fragile, in cerca di libertà e di un posto nel mondo.