Vaccino Covid, 4 anni fa il giorno della vergogna: sospesi i poliziotti che si sono opposti al famigerato greenpass e inoculazione

Un atto di memoria, non di accusa, per quel 21 dicembre 2021, il giorno in cui lo Stato ha smesso di ascoltare i suoi servitori

Il 15 dicembre 2021 lo Stato impone l’obbligo vaccinale anti SARS-CoV-2 al Comparto Sicurezza e Difesa con il D.L. 172/21.

Il 21 dicembre partono le sospensioni: poliziotti messi alla porta per aver detto no.

Non per incapacità, non per colpe, ma per aver rifiutato un ordine distopico.

Per molti non è solo una data. È una ferita.

Quel giorno, per migliaia di poliziotti italiani, la divisa non è stata tolta per fine turno, ma lasciata appesa come un’accusa silenziosa.

Un armadietto chiuso.
Un orologio fermo.
Una vita sospesa.

Uomini e donne che avevano giurato di servire lo Stato si sono ritrovati improvvisamente esclusi, inermi, marchiati come colpevoli per una scelta personale vissuta come atto di coscienza.

Non criminali.
Non assenteisti.
Ma servitori messi da parte.

Per loro quel giorno è stato il più brutto.
Non per paura.
Ma per umiliazione.
Per l’isolamento.
Per il silenzio che è seguito.

Famiglie colpite, stipendi azzerati, dignità messa alla prova.

E intanto le strade continuavano a riempirsi di pericoli, senza chi per anni aveva garantito ordine, sicurezza, presenza.

Il 21 dicembre 2021 resta, per chi lo ricorda così, il giorno in cui lo Stato ha smesso di ascoltare e molti hanno capito quanto può costare restare fedeli a se stessi.

Non è un post contro qualcuno.
È un atto di memoria.

Per non dimenticare chi ha pagato un prezzo altissimo nel silenzio.

Perché la divisa si può togliere.
La dignità no.

Di Antonio Porto
Segretario Generale Nazionale O.S.A. Polizia