Inchiesta urbanistica Milano, motivazioni del Riesame su annullamento arresti Scandurra, Catella e Bezziccheri: “Corruzione non provata, tesi svilente”

Elemento centrale del fascicolo era una fattura da 22mila euro, ritenuta dalla Procura fittizia e legata a un presunto patto corruttivo. Secondo il Riesame, invece, il documento si riferisce a prestazioni reali e l’analisi contabile ha escluso anomalie. La decisione ha quindi portato alla scarcerazione immediata di Scandurra e Bezziccheri e alla revoca delle misure per Catella

Il Tribunale del Riesame di Milano ha spiegato le motivazioni sull’annullamento delle misure cautelari nei confronti dell’architetto Alessandro Scandurra, di Manfredi Catella, amministratore delegato di Coima, e dell’imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone. Nelle motivazioni, i giudici hanno definitosvilentela tesi della Procura e del gip, rilevando che non è sufficiente la semplice esistenza di un pagamento e di una funzione pubblica per configurare un accordo corruttivo. Una ricostruzione, scrivono, “confusa” e priva di prove concrete.

Inchiesta urbanistica Milano, motivazioni del Riesame su annullamento arresti Scandurra, Catella e Bezziccheri: “Corruzione non provata, tesi svilente”

Il collegio, presieduto dai giudici Pendino, Ghezzi e Papagno, ha stabilito che non sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, annullando così la custodia ai domiciliari per Scandurra, la misura in carcere per Bezziccheri e restituendo libertà a Catella. Per il Riesame, le ipotesi accusatorie della Procura non trovano riscontro oggettivo nelle evidenze raccolte. Le misure cautelari, osservano i magistrati, erano fondate su una semplificazione “eccessiva” del rapporto tra incarichi professionali e ruolo pubblico di Scandurra nella Commissione Paesaggio del Comune di Milano.

L’inchiesta ipotizzava che gli incarichi di progettazione affidati all’architetto fossero collegati alla sua posizione in commissione. Ma il Riesame sottolinea come non vi sia prova che tali affidamenti mirassero a ottenere pareri favorevoli piuttosto che valorizzare le competenze di Scandurra, architetto di fama internazionale. I giudici parlano di un “quadro fattuale confuso”, che non permette di accertare l’esistenza di una rete di imprenditori interessati a corromperlo.

Elemento centrale del fascicolo era una fattura da 22mila euro, ritenuta dalla Procura fittizia e legata a un presunto patto corruttivo. Secondo il Riesame, invece, il documento si riferisce a prestazioni reali e l’analisi contabile ha escluso anomalie. Negli atti, osservano i giudici, “non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false”, ma solo di compensi “in linea o addirittura inferiori alle tariffe professionali dell’Ordine degli Architetti”, che quindi “non possono di certo definirsi ‘lucrosi’ o ‘assai remunerativi’”.

Un altro punto affrontato riguarda il regolamento edilizio del Comune di Milano, che fino a giugno 2023 prevedeva l’obbligo di astensione solo in caso di progetti presentati direttamente dall’architetto e non per lavori commissionati da clienti con cui aveva rapporti professionali. Secondo il Riesame, l’interpretazione del gip ha esteso indebitamente il concetto di conflitto di interessi, senza considerare le modifiche normative intervenute.

La decisione ha quindi portato alla scarcerazione immediata di Scandurra e Bezziccheri e alla revoca delle misure per Catella. Per i giudici, l’assenza di un patto corruttivo accertato e di riscontri solidi rende infondate le accuse della Procura.