San Giuliano Terme (PI), lettera anonima al sindaco dopo funerale della palestinese Marah: "Insulti perché volevo salvarla da genocidio Gaza"
Dopo il funerale di Marah, giovane palestinese morta a Pisa, il sindaco Cecchelli riceve insulti e minacce direttamente dall'America: “Non ci faremo intimidire dall’odio”
Il sindaco di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, ha ricevuto una lettera anonima direttamente dagli Stati Uniti piena di minacce per aver fatto celebrare il funerale della ragazza palestinese Marah Abu Zuhri nel suo paese, dopo che la giovane era riuscita a fuggire da Gaza. Il primo cittadino ha testimoniato: "Ho ricevuto insulti solamente perché qui volevamo salvarla dal genocidio, dalla fame e dalla malnutrizione".
San Giuliano Terme (PI), lettera anonima al sindaco dopo funerale della palestinese Marah: "Insulti perché volvevo salvarla da genocidio Gaza"
Una lettera anonima carica di insulti e minacce è stata recapitata al sindaco di San Giuliano Terme (Pisa), Matteo Cecchelli. La missiva, spedita dagli Stati Uniti, precisamente da Carol Stream, vicino a Chicago, è arrivata pochi giorni dopo il funerale di Marah Abu Zuhri, la ventenne palestinese morta due giorni dopo il ricovero all’ospedale di Pisa, dov’era giunta in condizioni gravissime e denutrita dopo essere riuscita a fuggire da Gaza.
Il sindaco, che aveva accolto con umanità la giovane e organizzato le esequie, ha denunciato l’accaduto alle autorità competenti. “La lettera contiene insulti volgari, intimidazioni e un linguaggio intriso d’odio, contro di me perché ho accolto con rispetto e dolore una giovane vittima civile”, ha spiegato Cecchelli. “Il fatto che un sindaco italiano venga insultato e minacciato da Oltreoceano dimostra quanto sia profondo il clima di disumanizzazione e di avvelenamento del dibattito pubblico mondiale. Ma se chi minaccia crede di intimidirci, sbaglia profondamente”.
Cecchelli ha poi puntato il dito contro le responsabilità di Israele: “Marah non è morta per caso. Marah è morta di genocidio, un genocidio portato avanti dal Governo israeliano. È una delle oltre 64 mila vittime civili della carneficina in corso a Gaza, un’area martoriata dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno. E sconcertano il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni più alte del nostro Paese”.
Il primo cittadino ha trasmesso la lettera alla polizia, affinché siano valutati possibili reati come l’incitamento all’odio e l’intimidazione verso un’istituzione democratica. Poi ha aggiunto un ricordo commosso: “Oggi sarebbe stato il ventesimo compleanno di Marah. Non possiamo farle gli auguri, ma possiamo continuare a impegnarci per contribuire alla fine di questo massacro”.
Infine, un messaggio di resistenza civile: “Il nostro Comune continuerà a essere terra di rispetto, memoria e impegno. La solidarietà verso chi soffre non sarà mai un crimine. La voce di chi invoca giustizia e pace non potrà mai essere spenta dall’odio”.