01 Settembre 2025
Caffè Greco in via dei Condotti Fonte: Roma Slow Tour
Per oggi è previsto lo sfratto dello storico Caffè Greco di via dei Condotti a Roma. L’Ospedale Israelitico, di proprietà della comunità ebraica di Roma, proprietario del locale, torna in possesso della struttura dopo la sentenza definitiva della Cassazione, mentre si fa strada l’ipotesi di una nuova apertura legata al mondo delle boutique del lusso. In pole position ci sarebbero i colossi Lvmh e Kering, ma il dossier potrebbe interessare anche altri gruppi come Chanel o Versace, ad esempio.
Fondato nel 1776, il Caffè Greco è molto più di un semplice locale: dal 1953, grazie a un decreto dell’allora ministro dell’Istruzione Antonio Segni, è sottoposto a vincolo storico-culturale. Nel corso dei secoli ha visto seduti ai suoi tavolini figure come Baudelaire, Nietzsche, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio. Una tradizione cosmopolita che oggi rischia di interrompersi bruscamente.
A luglio dello scorso anno la Cassazione aveva sancito la fine del contratto di affitto, scaduto nel 2017, dando ragione all’Ospedale Israelitico. “Una sentenza un po’ pilatesca – sottolinea Carlo Pellegrini, gestore insieme alla moglie Flavia – perché da un lato dice che non si può impedire al locatore di intimare lo sfratto ma dice anche che il ‘Caffè Greco’ deve stare lì dove sta, per il vincolo storico-culturale”.
Il gestore racconta anche di aver provato a scongiurare la chiusura con un’offerta economica: “Abbiamo fatto un’offerta di affitto annuale più alta di quanto previsto dal loro piano di risanamento ma l’hanno rifiutata”. E a poche ore dall’arrivo dell’ufficiale giudiziario annuncia: “Ci faremo trovare con i nostri avvocati, certamente, dopo 8 anni che combattiamo questa battaglia, la vicenda non si chiuderà domani”.
La disputa si è estesa anche agli arredi, quadri e mobili che arredano le sale del caffè, anch’essi vincolati come parte integrante del bene culturale. Pellegrini replica: “Per questioni legate alla sicurezza dell’impianto elettrico li abbiamo spostati temporaneamente e comunque quadri e mobili sono nostri, li abbiamo comprati”.
Di parere opposto i legali dell’Ospedale Israelitico. “I gestori hanno portato via lo storico arredo del Caffè Greco adducendo motivi di salvaguardia ma c’è un vincolo di inamovibilità su mobili e quadri, quindi devono essere restituiti alla loro sede – osserva l’avvocato Ugo Limentani –. L’intero Caffè Greco fu sottoposto a vincolo come bene di particolare importanza storico-culturale nel 1953, insieme a licenza e mobili, che quindi non possono essere asportati per vincolo di legge. In tutti questi anni abbiamo chiesto ai gestori di esibire i titoli di proprietà. Ad ogni modo qualora anche siano loro gli effettivi proprietari, gli arredi devono tornare alla loro storica sede, e poi i gestori saranno indennizzati”.
A fianco dei due gestori si schiera invece l’ex parlamentare Domenico Gramazio, che accusa l’Ospedale Israelitico di voler trasformare l’operazione in pura speculazione immobiliare, con il rischio che lo storico caffè venga sostituito da una nuova boutique di lusso, dove in pole ci sarebbero Lvmh e Kering. Ma l’interesse del locale potrebbe ricadere anche su altri gruppi come Chanel o Versace, ad esempio. "L’Ospedale israelitico preferisce affondare piuttosto che accettare un’offerta che lo salverebbe, pur di cacciare l’Antico Caffè Greco, da oltre 270 anni cuore culturale e cosmopolita di Roma, sopravvissuto a guerre napoleoniche, all’Unità d’Italia e a due conflitti mondiali. Dovrà davvero spegnersi per una mera speculazione immobiliare? Ad opera di qualche soggetto che agisce dietro le quinte?”, dice Gramazio.
Gramazio sottolinea inoltre come “il Caffè Greco ha infatti offerto un affitto addirittura più alto di quello previsto nel piano di risanamento dell’Ospedale Israelitico. Eppure, l’Ospedale l’ha respinta: segno che la priorità non è salvare l'importante struttura sanitaria romana, ma liberare lo spazio per l’ennesima speculazione, l'ennesima boutique del lusso”. Da qui l’appello finale alla politica: “Il governo, con la recentissima legge 219/2024, e ministero della Cultura hanno fatto di tutto per tutelare le attività commerciali storiche, riconoscendo il Caffè Greco come bene culturale unitario, e quindi intoccabile. Ma di fronte all'Ospedale israelitico, che se ne infischia persino del risanamento delle proprie strutture sanitarie, urge un intervento della politica che riconduca l'Ospedale israelitico alla ragione".
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