Garlasco, nuovo DNA su pollice mano destra di Chiara Poggi, sulla quale c’è profilo genetico di Sempio, inquirenti: “Traccia MDX1 maschile”

Il campione oggi riesaminato era stato raccolto con un tampone sul pollice destro di Chiara, la stessa mano sulla quale i Ris avevano individuato anche il DNA di Sempio

Dagli atti dell’inchiesta sull’omicidio di Garlasco emerge un profilo genetico repertato sul pollice destro di Chiara Poggi nel 2007 e poi rimasto in secondo piano. Da ricordare che, sulla stessa mano, è presente il DNA di Andrea Sempio. Si tratta della cosiddetta “traccia MDX1”, che già all’epoca delle prime indagini era stata dichiarata non interpretabile, ma che oggi potrebbe essere rivalutata grazie a nuove tecniche di analisi. Una traccia che, secondo gli accertamenti, è di origine maschile e che si aggiunge agli altri Dna isolati sul corpo della giovane vittima.

Garlasco, nuovo DNA su pollice mano destra di Chiara Poggi, sulla quale c’è profilo genetico di Sempio, inquirenti: “Traccia MDX1 maschile”

A distanza di 18 anni dall’omicidio di Garlasco, l’attenzione si concentra dunque su questo campione biologico dimenticato sul pollice della mano destra di Chiara Poggi, oltre che sulle tre tracce presumibilmente femminili rinvenute sulla scena del delitto. Finora, al centro delle indagini vi erano soprattutto i 2 profili genetici rintracciati sotto le unghie della vittima: uno dei quali attribuito ad Andrea Sempio, indagato dalla Procura di Pavia per omicidio in concorso con altre persone.

Il campione oggi riesaminato era stato raccolto con un tampone sul pollice destro di Chiara, la stessa mano sulla quale i Ris avevano individuato anche il Dna di Sempio. Già nel 2007 quella traccia aveva destato l’interesse degli investigatori, tanto che era stato organizzato un contraddittorio alla presenza del genetista Matteo Fabbri, all’epoca consulente di Alberto Stasi, indagato e poi condannato in via definitiva per il delitto.

Nel verbale del 11 settembre 2007 il Ris, allora diretto dal generale Luciano Garofalo (oggi consulente della difesa di Sempio), aveva però concluso che il profilo fosse “non interpretabile” a causa “di un effetto ladder presente in grossa parte nei marcatori studiati dovuto verosimilmente a un’amplificazione random e quindi casuale del Dna”. Inoltre, si sottolineava che “l’altezza dei picchi non è particolarmente elevata”. Nonostante ciò, nella tabella di amplificazione si era accertata la natura maschile del profilo.

Un’ulteriore analisi era stata condotta nel 2014 dal professor Francesco De Stefano, lo stesso genetista che individuò il DNA di Ignoto 1 sul mignolo destro e sul pollice sinistro di Chiara, poi attribuito a Sempio, e quello di Ignoto 2 sull’anulare sinistro, ancora senza identità. Allora non emersero elementi nuovi. Oggi, però, la sopravvivenza dei tracciati potrebbe consentire agli investigatori di collegare quel codice genetico a un nome preciso, come già accaduto nel caso Sempio.