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A Torino lite tra spacciatori finisce con il morto, il presunto assassino scappa e viene fermato a Genova

L'uomo di era rifugiato nell'appartamento di un amico. Un testimone punta il dito contro il killer: "E' stato lui, l'ho visto fuggire". Ma niente confessione

11 Agosto 2025

A Torino lite tra spacciatori finisce con il morto, il presunto assassino scappa e viene fermato a Genova

La polizia ha arrestato nel quartiere di Marassi a Genova un uomo ricercato dalla fine di luglio con l’accusa di aver ucciso a coltellate Courage Amadin, il trentenne nigeriano trovato in fin di vita la sera dello scorso 30 luglio in corso Giulio Cesare, a Torino. Nonostante i tentativi di salvargli la vita da parte dei soccorritori del 118, Amadin era morto all’ospedale San Giovanni Bosco pochi minuti dopo il ricovero. Il presunto killer, connazionale della vittima, si chiama Charles Johen e ha 34 anni. Aveva fatto perdere le sue tracce agli inquirenti, ma grazie alla videosorveglianza la squadra mobile del capoluogo piemontese lo aveva individuato e soprattutto era riuscita a seguirne gli spostamenti. Che sono terminati proprio all’ombra della Lanterna, in un appartamento che gli aveva messo a disposizione un conoscente a cui aveva chiesto un posto dove dormire (senza dirgli che era ricercato).
I poliziotti torinesi si sono fatti aiutare dai colleghi guidati dal dirigente Carlo Bartelli, e ieri mattina hanno fatto scattare il blitz che ha portato all’arresto di Johen, detto Terry.
Sull’uomo finito in cella ci sono diversi indizi di colpevolezza, soprattutto il riconoscimento fotografico effettuato da un testimone. Manca ancora la certezza che sia lui quello che ha ucciso Amadin, però. Verrà interrogato dal giudice in carcere nei prossimi giorni per la convalida del fermo. Agli agenti che lo hanno preso non ha detto nulla.
Procura e squadra mobile, oltre a cercare il trentaquattrenne, in questi nove giorni hanno svolto accertamenti per capire quale legame ci fosse tra il morto e il presunto assassino. Entrambi - da quanto trapela dalla procura torinese - sarebbero stati coinvolti nel traffico di stupefacenti nella zona di Porta Palazzo. Pare che, tra loro, fosse nata una lite per la gestione dello spaccio e che la sera del 30 luglio si fossero dati appuntamento per regolare i conti.
La vittima aveva detto ad alcuni amici e parenti di avere dei grossi problemi con Terry e che voleva risolverli, ma tutti gli avevano detto di lasciare perdere. In particolare aveva tentato di dissuaderlo la compagna, una donna che gli aveva da poco dato due figli. L’epilogo è stato differente, e due bimbi ora sono orfani.

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