Torino, maxi inchiesta su manifestazioni pro Palestina: 47 indagati, custodia cautelare in carcere per 4 attivisti e domiciliari per 3

A Torino la procura chiede arresti per sette attivisti pro Palestina: tensioni, scontri e accuse, mentre in Europa cresce la repressione del dissenso

A Torino è stata aperta una maxi inchiesta dalla procura per alcune manifestazioni pro Palestina avvenute fra il 2023 e il 2024. A ora, 47 ci sono persone indagate. Gli inquirenti hanno chiesto inoltre la custodia cautelare in carcere per 4 attivisti e gli arresti domiciliari per altri 3.

Torino, maxi inchiesta su manifestazioni pro Palestina: 47 indagati, custodia cautelare in carcere per 4 attivisti e domiciliari per 3

La procura di Torino ha chiesto 7 misure cautelari personali4 arresti in carcere e 3 ai domiciliari — nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge attivisti pro Palestina, studenti e militanti dei centri sociali. I fatti contestati risalgono a cinque manifestazioni svoltesi tra il 2023 e il 2024, due delle quali organizzate da comitati Pro Pal, le altre legate alla protesta No Tav e al mondo studentesco.

L’indagine è stata costruita su un dossier di 250 pagine redatto dalla Digos, che ha ricostruito episodi avvenuti al Campus Einaudi durante un’iniziativa del Fuan (movimento universitario della destra), in centro città durante l’arrivo della premier Giorgia Meloni, e davanti alla sede Rai durante un presidio Pro Palestina. In alcuni di questi eventi si sono verificati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con feriti da entrambe le parti. Tuttavia, i collettivi coinvolti parlano di una narrazione distorta e di proteste principalmente pacifiche, trasformate in episodi di violenza situazionalead uso e consumo della repressione”.

Sul piano politico, la reazione istituzionale è stata dura. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di “rischio terrorismo”, mentre il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha condannato ogni forma di violenza. Più netta la posizione del vicepremier Antonio Tajani: “Giovani violenti e viziati”.

Gli attivisti, però, non arretrano: “Siamo studenti, non terroristi e dire che la Palestina è sotto occupazione non è un crimine”. Nei prossimi giorni sono previsti presìdi e mobilitazioni davanti al tribunale di Torino.

Il caso si inserisce in un clima più ampio di repressione delle proteste pro Palestina in Europa. In Germania, decine di manifestazioni sono state vietate o duramente represse dalle autorità, con arresti e denunce. Una strategia che sembra puntare a soffocare ogni forma di dissenso filo-palestinese, spesso accomunato arbitrariamente a minacce alla sicurezza pubblica.