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Genova, sgominata banda specializzata in truffe agli anziani, maxi operazione tra Liguria e Campania

L'organizzazione individuava le vittime e poi le aggirava grazie a vere e proprie missioni in trasferta: tredici gli arresti. I capi si facevano chiamare zia e zio

23 Giugno 2025

Genova, sgominata banda specializzata in truffe agli anziani, maxi operazione tra Liguria e Campania

Un'operazione congiunta dei carabinieri di Genova e Napoli ha portato all’arresto di 13 persone, tutti originarie del napoletano, accusati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni di anziani. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Genova su richiesta della Procura della Repubblica, è stata eseguita con l’impiego di circa 100 militari. L’indagine, denominata “Pomelia“, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Genova San Martino ha permesso di ricostruire la fitta rete di un sodalizio criminale ben strutturato e capitanato da una coppia con precedenti di polizia: Alessandro D’Errico e Antonietta Mascitelli. La banda operava con una chiara suddivisione dei ruoli, dimostrando una notevole capacità organizzativa. Una componente logistica si occupava di fornire veicoli, telefoni cellulari e locali adibiti a veri e propri “call center” per l’organizzazione delle truffe. I cosiddetti “telefonisti” individuavano e contattavano le vittime, spesso anziani, coordinando i complici presenti nelle vicinanze delle abitazioni. Infine, una componente “operativa” si recava fisicamente presso le abitazioni delle vittime per ritirare denaro o monili in oro. L’organizzazione prevedeva anche un supporto concreto in caso di arresto di uno dei membri, garantendo la nomina di un avvocato e un contributo economico per il sostentamento dei familiari. I promotori del sodalizio venivano affettuosamente chiamati “zio” e “zia” dagli altri membri.

Le indagini hanno accertato complessivamente 43 episodi di truffe pluriaggravate, di cui 28 consumate e 15 tentate, perpetrate su tutto il territorio nazionale tra settembre 2023 e marzo 2024. Il profitto illecito stimato supera i 330.000 euro. Nel corso dell’indagine, sono state arrestate in flagranza 2 persone e denunciata 1 per truffa aggravata, sventando 2 episodi delittuosi e recuperando circa 10.000 euro. Il modus operandi della banda seguiva due schemi consolidati, entrambi basati sulla manipolazione psicologica e l’urgenza di denaro. Nel primo caso, quello del finto Maresciallo o Avvocato, il truffatore simulava una telefonata da parte di un maresciallo dei carabinieri o di un Avvocato, informando l’anziano che un suo congiunto (figlio, nipote o coniuge) aveva causato un grave incidente stradale con feriti e che era necessario versare una somma di denaro per evitare gravi ripercussioni giudiziarie. Il secondo schema prevedeva la figura del finto parente: in questo caso, il truffatore si spacciava per un parente stretto (figlio o nipote), sostenendo la necessità di denaro per riscuotere la vincita di un concorso pubblico (anche nelle Poste Italiane) o per la consegna di un pacco, paventando l’esclusione o la mancata consegna in caso di mancato versamento.

In entrambi gli schemi, il primo obiettivo del “telefonista” era quello di stabilire un rapporto di fiducia ed empatia con la vittima, estorcendo informazioni personali come l’indirizzo di casa o la presenza di altri familiari. Una volta creata l’urgenza, l’anziano veniva convinto a raccogliere tutto il denaro contante e i gioielli in oro in suo possesso, da consegnare nel più breve tempo possibile a un complice presentato come amico o conoscente del “parente” in difficoltà. Per garantire il successo della truffa, il telefonista manteneva la vittima impegnata al telefono ininterrottamente fino al ritiro del denaro da parte del “corriere”, rimarcando la gravità dei fatti e la scarsità di tempo per risolvere la situazione. Questo controllo psicologico totale impediva all’anziano di contattare le forze dell’ordine o altri familiari.

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