Garlasco, il risultato dopo il primo giorno del maxi-incidente probatorio: “No tracce di sangue nelle 18 impronte analizzate”

Sono stati effettuati 24 campionamenti di DNA sulle impronte già repertate nel 2007 dai Ris, utilizzando 35 strisce para-adesive, di cui al momento ne sono state analizzate solo una parte

Dopo 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, sono state disposte nuove analisi scientifiche nel caso Garlasco. Al termine del primo giorno del maxi-incidente probatorio a Milano, su 18 impronte esaminate non è stata rilevata alcuna traccia di sangue. Le operazioni peritali proseguiranno, comunque, nelle prossime settimane.

Il risultato dopo il primo giorno del maxi-incidente probatorio: “No tracce di sangue nelle 18 impronte analizzate”

Non è bastata un’intera giornata di lavori per chiudere la prima fase del maxi-incidente probatorio sul delitto di Garlasco. L'obiettivo: isolare tracce di DNA dai “campioni biologici” e dai “reperti” conservati per quasi 2 decenni dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Alla Questura di Milano si sono ritrovati 11 esperti tra periti nominati dal Tribunale di Pavia e consulenti della Procura e delle difese. Denise Albani e Domenico Marchegiani, esperti della Scientifica designati dal gip Daniela Garlaschelli, hanno aperto i due scatoloni provenienti dall’Unità di Medicina Legale dell’Università di Pavia e dal Comando provinciale dei carabinieri di via Moscova.

Le operazioni si sono concentrate sulla verifica della catena di custodia e sull’integrità dei reperti: tappetini del bagno, confezioni di tè, cereali, yogurt, sacchetti della spazzatura e numerose buste sigillate. Su tutto ciò verranno svolti esami nei 90 giorni stabiliti, con termine fissato al 17 settembre. I risultati saranno discussi nell’udienza già programmata per il 24 ottobre.

Tra gli elementi al centro dell’attenzione c'è il cosiddetto “contatto papillare numero 10”, un’impronta rilevata all’interno della porta d’ingresso della villetta dei Poggi: “mano sporca”, forse dell’assassino, su cui all’epoca non venne eseguito alcun accertamento biologico. Oggi, questa traccia, ritenuta rilevante, è stata analizzata insieme ad altre 17 impronte. “Nessuna traccia di sangue è stata individuata nelle impronte analizzate”, è quanto trapela al termine della giornata. In tutto, sono stati effettuati 24 campionamenti di DNA sulle impronte già repertate nel 2007 dai Ris, utilizzando 35 strisce para-adesive, di cui al momento ne sono state analizzate solo una parte.

Non è stata invece rinvenuta la provetta contenente la celebre “impronta 33”, attribuita ad Andrea Sempio e “grattata” dalle scale che conducono allo scantinato dove fu trovato il corpo della vittima. Ogni campione utile sarà confrontato con il DNA di Sempio, già indagato per l’omicidio, e con quello di Alberto Stasi, condannato in via definitiva. Saranno inoltre effettuate comparazioni con il patrimonio genetico della famiglia Poggi, amici e conoscenti, nonché con operatori intervenuti in casa nei primi momenti dell’indagine, compresi 118, Ris, medici legali e addetti alle pompe funebri.

Il consulente genetista Marzio Capra ha già annunciato l’intenzione di depositare un’integrazione con l’elenco completo dei soggetti da includere nei confronti genetici, per escludere ogni possibile contaminazione. Nel mirino, anche i profili ottenuti nel 2014 da Francesco De Stefano e il suo staff, quando nei laboratori di Genova vennero analizzate le unghie della giovane vittima. Quel materiale biologico, oggi non più disponibile, è stato tuttavia documentato tramite tracciati elettroforetici che potranno essere utilizzati per nuove comparazioni.

I genetisti della Procura di Pavia – fra cui Carlo Previderè e Pierangela Grignani – confermano che uno dei 5 aplotipi del cromosoma Y trovati sulle mani della ragazza è “perfettamente sovrapponibile” a quello prelevato ad Andrea Sempio tramite alcuni oggetti personali. Tuttavia, gli stessi esperti ammoniscono circa il rischio di “contaminazioni” e l’effetto “imponderabile” che queste potrebbero aver avuto sui profili genetici.

Il team incaricato degli accertamenti è completato dagli esperti Dario Redaelli e Calogero Biondi, nominati di recente dai legali della famiglia Poggi.