Garlasco, nuova ipotesi degli inquirenti: "Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa da due assassini, utilizzate più armi"
Alla base di questa ricostruzione ci sono la rilettura degli atti del 2007 e l’analisi dell’autopsia eseguita dal medico legale Marco Ballardini e depositata il 5 novembre dello stesso anno.
La Procura di Pavia sta valutando una nuova ricostruzione dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Gli inquirenti ipotizzano ora che la giovane possa essere stata uccisa da due persone e con l’impiego di più strumenti contundenti. L’indagine si è riaccesa con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della vittima, accusato di omicidio in concorso con Alberto Stasi, condannato a 16 anni, o con altri.
Garlasco, nuova ipotesi degli inquirenti: "Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa da due assassini, utilizzate più armi"
Alla base di questa ricostruzione ci sono la rilettura degli atti del 2007 e l’analisi dell’autopsia eseguita dal medico legale Marco Ballardini e depositata il 5 novembre dello stesso anno. Nel documento si fa riferimento a ferite da taglio, contusioni e segni compatibili con pugni, distribuiti sul volto e sul corpo di Chiara. Ballardini già allora non escludeva l’utilizzo di più oggetti, né che alcune lesioni fossero provocate da un’arma appuntita o tagliente passata superficialmente sulla pelle.
Gli investigatori ritengono che Chiara si sia trovata davanti più di un aggressore. L’analisi delle tracce di sangue presenti tra il terzo e il quarto gradino delle scale che portano alla cantina – dove fu trovato il corpo – fa ipotizzare che la ragazza possa aver ricevuto un colpo finale alla testa proprio lì, mentre cercava di fuggire o dopo essere stata già ferita.
A rafforzare la pista di un secondo aggressore ci sarebbe anche la presenza dell’"impronta 33", una traccia palmare ritenuta compatibile con la mano destra di Andrea Sempio. Si tratta di un’impronta non insanguinata, che la difesa attribuisce alla frequentazione pregressa dell’abitazione da parte dell’indagato. Tuttavia, per chiarire l’esatta dinamica, il RIS sta procedendo alla ricostruzione tridimensionale della casa dei Poggi, confrontandola con le precedenti analisi e della perizia dell’appello bis.
Tra gli elementi che alimentano i dubbi sulla versione ricostruita nel processo contro Alberto Stasi, ci sono tre gocce di sangue davanti al divano, definite dagli esperti "difficilmente contestualizzabili" rispetto allo scenario del delitto finora accreditato. Secondo gli inquirenti, potrebbero rappresentare l’inizio dell’aggressione, forse a seguito di un pugno al naso sferrato alla vittima.
Il mosaico che emerge da queste nuove analisi si discosterebbe significativamente dalle prove che hanno portato alla condanna definitiva di Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, attualmente in carcere per scontare 16 anni. L’uomo si è sempre professato innocente. Oggi, l’ipotesi di un secondo autore e un’aggressione più complessa potrebbe aprire nuovi scenari investigativi.