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Delitto del trapano, si cercano nuove tracce sull’arma usata per torturare e uccidere Luigia Borrelli

Nuovo incidente probatorio: la parte civile ha nominato il dattiloscopista Caprioli, che ha trovato l’impronta di Andrea Sempio sulla scena del crimine di Garlasco

22 Maggio 2025

Delitto del trapano, si cercano nuove tracce sull’arma usata per torturare e uccidere Luigia Borrelli

Non solo Garlasco: l'Italia è piena di casi di cronaca nera irrisolti, o la cui soluzione lascia parecchio perplessi gli stessi inquirenti. Uno di questi è a Genova ed è stato soprannominato il delitto del trapano, con un presunto assassino individuato dopo quasi trent'anni di indagini.  Un nuovo incidente probatorio per cercare ed eventualmente comparare impronte o tracce genetiche presenti sull’arma del delitto, ovvero il trapano utilizzato per praticare 15 fori nella gola di Luigia Borrelli, l’infermiera uccisa nel basso di vico Indoratori il  5 settembre 1995. Per quel delitto è indagato il carrozziere di 65 anni Fortunato Verduci il cui Dna è risultato compatibile con quello trovato sulla scena del crimine anche in base ai risultati della perizia disposta in incidente probatorio e depositata a gennaio di quest’anno. Due sigarette e una macchia di sangue lasciata su una tenda che sono state comparate per la terza volta con il dna prelevato a Verduci.

Le tracce sull’arma del delitto non sono in realtà mai state rilevate perché sarebbero risultate nulle o quantomeno inutilizzabili, ma anche in questo caso le nuove tecniche scientifiche potrebbero portare a risultati finora insperati. Per questo è stata proprio l’accusa a chiedere al giudice Alberto Lippini il nuovo accertamento in contraddittorio dove le parti potranno utilizzare propri consulenti. Il pm si avvarrà ancora una volta dell’esperienza dell’ex comandante dei Ris di Parma Luciano Garofano, mentre gli avvocati della difesa incaricheranno Paolo Fattorini, genetista dell’università di Trieste. Il legale che tutela gli interessi della figlia di Luigia Borrelli, confermerà la nomina del dattiloscopista forense Nicola Caprioli, che fra l’altro è colui che ha stilato la nuova consulenza sul caso Garlasco individuando nell’impronta trovata sulle scale accanto al corpo di Chiara Poggi  15 minuzie sovrapponibili a quelle del nuovo indagato Andrea Sempio.

L’udienza in cui il giudice affiderà l’incarico a un proprio perito non è ancora stata fissata. L’obiettivo appunto è anzitutto verificare se alla luce delle nuove tecniche forensi siano rilevabili impronte o tracce genetiche sull’utensile o sul filo e, in caso positivo se queste siano compatibili con quelle dell’indagato. Così, i tempi per la chiusura delle indagini – che era attesa già questa primavera – sono destinate ad allungarsi. Verduci nel frattempo resta un uomo libero dopo che gip, tribunale del Riesame e anche Cassazione hanno detto no all’arresto chiesto dalla Procura di Genova per il rischio di reiterazione del reato. Rischio che non c’è secondo in giudici anche sul carrozziere ci sono gravi indizi di colpevolezza. Il carrozziere era stato individuato grazie alle tracce biologiche estratte da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Quelle tracce erano risultate simili a quelle di un cugino di secondo grado, detenuto in carcere a Brescia. Secondo l’accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.

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