04 Aprile 2025
Era stata già fermata a settembre Cristina Florea, la ricettatrice romena di 27 anni soprannominata “mamma Romania” che gestiva la baby gang accusata di 25 rapine a Milano. La donna trasportava l’oro rubato in Romania e per farlo si avvaleva anche dell’aiuto dei figli di 6,8,9 e 15 anni. Intercettata in una chiamata alla sorella ammetteva: “Riempivo d’oro anche i bambini”.
Sul display di uno smartphone, durante una videochiamata intercettata con la sorella minorenne, Cristina Florea, conosciuta come "mamma Romania", appariva "raggiante". Ha solo 27 anni, ma al collo, ai polsi e alle dita sfoggia collane, bracciali e anelli d’oro. Con orgoglio mostra il resto della famiglia: "Li ho riempiti tutti d’oro, anche i bambini".
Sono ancora a casa, nell’appartamento occupato abusivamente da otto anni in via Ricciarelli 24, nel cuore del quartiere popolare di San Siro. È settembre e la famiglia si prepara alla partenza: con Cristina ci sono il compagno David Tanase, connazionale di 32 anni, la zia e la sorella maggiore. Anche i bambini, di 6, 9, 8 e 15 anni, sono avvolti nei loro preziosi monili.
Mentre si dirigono verso l’aeroporto di Orio al Serio, David, soprannominato "Niko" o "sefu meu" ("il mio capo", in romeno), telefona a un suo "collaboratore". Lo istruisce a proseguire l’attività anche in sua assenza: "Fai tanto, così quando arrivo ti lascio 10-20 mila (euro)". Al check-in, il gruppo è carico di gioielli e trascina borse firmate Chanel e Louis Vuitton, presumibilmente frutto di furti. Ma la fuga viene interrotta: la polizia di frontiera li ferma e trova loro addosso 15 mila euro in contanti e 61 monili d’oro, alcuni spezzati, altri con incisioni italiane. Tra questi, una medaglietta sacra con la scritta "Dio ti protegga", sottratta a un milanese durante una rapina su un autobus della linea 90. Tutto viene sequestrato e la coppia viene indagata per ricettazione. Cristina si dispera: "Era la quantità più grossa che abbia mai portato", confesserà ai genitori. Ma il resto della famiglia riesce comunque a raggiungere la Romania, trasportando "clandestinamente" due chili e mezzo d’oro nascosti nei calzini e nel reggiseno.
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