Tragedia del Natisone, indagati tre pompieri e un infermiere: “I 3 ragazzi morti per negligenza e imperizia dei soccorsi”
Chiuse le indagini sulla tragedia del Natisone che aveva portato alla morte nel maggio 2024 di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar travolti dalla piena del fiume.
La Procura della Repubblica di Udine ha notificato oggi la chiusura delle indagini relative alla tragedia del fiume Natisone, avvenuta il 31 maggio dello scorso anno a Premariacco, che ha causato la morte di tre giovani rumeni: Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar. I tre ragazzi, tutti di giovane età, erano stati travolti dalla piena improvvisa del fiume, mentre si trovavano sul greto per scattare delle foto.
Sono quattro le persone indagate, accusate di omicidio colposo per le loro condotte durante le operazioni di soccorso che secondo gli inquirenti hanno presentato delle lacunne che hanno portato alla morte dei tre ragazzi.
Tra questi, tre vigili del fuoco – Andrea Lavia, Luca Mauro, ed Enrico Signor - e l’infermiere, Michele Nonino in servizio presso la centrale Sores di Palmanova. Scrive la Procura di Udine: “I quattro operatori, mediante condotte colpose concorrenti, per imperizia, negligenza e imprudenza, hanno cagionato la morte dei tre ragazzi, sorpresi da una piena improvvisa, mentre si trovavano sul greto del fiume Natisone, che li ha trascinati e uccisi per annegamento".
Le ricostruzioni delle autorità
Secondo le ricostruzioni delle autorità, i quattro indagati hanno avuto un ruolo cruciale nella gestione delle operazioni di salvataggio, che si rivelarono vane. In particolare, gli investigatori hanno accusato i tre vigili del fuoco della sala operativa di Udine di aver omesso di "visualizzare immediatamente le coordinate geografiche del luogo da cui Patrizia Cormos aveva effettuato la telefonata delle 13.29.42", telefonata in cui la vittima chiedeva aiuto mentre era intrappolata sul greto del fiume.
“Di conseguenza – prosegue la Procura - non hanno compreso che, in relazione al punto in cui si trovavano le persone poi decedute, l'intervento di soccorso avrebbe dovuto essere necessariamente effettuato con il velivolo più prossimo al punto in cui si trovavano le persone da soccorrere; omettevano così di chiedere tempestivamente alla Sores Fvg l'intervento in loco dell'elicottero ‘Doppio India', decollato solamente alle 14.07 circa e giunto in loco alle 14.13 circa, allorché i ragazzi erano stati trascinati dalla corrente da circa 3 minuti". I pompieri allertarono invece un elicottero dei Vigili del fuoco di stanza all'aeroporto Marco Polo di Venezia.
L’arrivo in ritardo dell’elicottero
Nonostante la tempestività della richiesta, l’intervento dell’elicottero sanitario, necessario per il salvataggio, è stato tardivo, poiché il velivolo è stato allertato solo alle 14.07, quando i ragazzi erano già stati travolti dalla corrente. Il decesso per annegamento infatti sarebbe avvenuto alle 14:10 circa.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo di Udine e dalla sezione aerea di Bolzano della Guardia di Finanza, si sono concentrate sulla gestione delle comunicazioni tra la Sores Fvg e la sala operativa dei Vigili del fuoco. In particolare, si è cercato di verificare se i protocolli di soccorso siano stati rispettati e se siano stati commessi errori che avrebbero potuto evitare la tragedia.
Secondo le indagini l'agonia dei tre giovani travolti e morti annegati nella piena del fiume Natisone sarebbe durata 41 minuti, un arco di tempo sufficiente per inviare l'elicottero di salvataggio dotato di verricello e salvarli da quella che poi si è rivelata essere una circostanza fatale.
La tragedia si è consumata nel primo pomeriggio del 31 maggio 2024, quando i giovani, sorpresi dalla piena del fiume Natisone, sono stati inizialmente bloccati su un isolotto. Pochi minuti dopo, la corrente li ha travolti, trascinandoli a morte certa. I corpi sono stati ritrovati solo diversi giorni dopo.