19 Agosto 2024
Sharon Verzeni, fonte: Facebook, @Prima Merate
Sono di familiari, soccorritori e abitanti della zona i circa 40 campioni di Dna prelevati dagli inquirenti per l’omicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni accoltellata nella notte tra lunedi 29 e martedi 30 luglio, a Terno d’Isola. Gli investigatori scavano a fondo nella vita di Sharon, ma non emergono possibili moventi. Il Dna dei soccorritori è stato raccolto per escludere l’eventuale contaminazione del corpo al momento del rinvenimento del cadavere. I campioni prelevati vengono confrontati dai Ris con le tracce ritrovate sui vestiti della donna e anche su alcuni coltelli recuperati durante le indagini preliminari.
Con oltre cento ore di riprese video, proseguono anche gli accertamenti su una cinquantina di telecamere di videosorveglianza di Terno d’Isola. Dalle inquadrature emergono i volti di 20 persone, non è escluso che tra loro possa esserci l’assassino. Nelle sere precedenti all’omicidio nessuna traccia di Sharon.
Non è ancora stato identificato, invece, l’ignoto in bicicletta ripreso da una telecamera di videosorveglianza nei pressi del luogo del delitto. Le immagini delle telecamere sono di pessima qualità e ai carabinieri non è ancora noto se il soggetto sia un uomo o una donna. Inoltre, pedalava in direzione opposta a Sharon, ma non si esclude che possa aver visto o udito qualcosa.
La vita di Sharon sembra non avere zone d’ombra: barista a Brembate, il compagno Sergio Ruocco (con un alibi di ferro), le passeggiate serali e l’avvicinamento a un gruppo Scientology. Il telefono non avrebbe squillato quella notte quando Sharon passeggiava. Non è chiaro chi potesse avercela con lei tanto da colpirla con quattro coltellate alle spalle, senza darle neanche il tempo - come emerge dall’autopsia - di difendersi.
Gli inquirenti rinnovano l’appello a chiunque possa fornire elementi utili alle indagini. Dopo tre settimane dall’omicidio non è ancora chiaro se il killer sia un uomo o una donna, se Sharon sia una vittima casuale o se qualcuno voleva colpire proprio lei. Il padre della donna, Bruno Verzeni, confida che il colpevole possa essere presto assicurato alla giustizia.
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