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Genova, presunte estorsioni al Genoa, la Procura dopo l'assoluzione degli ultrà ricorre in appello

Ricorso depositato per 8 imputati su 14. I pubblici ministeri confermano l'accusa di associazione a delinquere: "Volevano fare pressioni sui dirigenti rossoblù"

29 Luglio 2024

Genova, presunte estorsioni al Genoa,  la Procura dopo l'assoluzione degli ultrà ricorre in appello

La Procura di Genova ha presentato ricorso in appello contro la sentenza del tribunale di Genova che ha assolto i 14 ultrà rossoblù per le presunte estorsioni al Genoa. I pm Francesca Rombolà e Giancarlo Vona, insieme all'aggiunto Francesco Pinto, dopo aver studiato le 182 pagine di motivazioni dell'assoluzione, hanno scelto di ricorrere in secondo grado solo per una parte degli imputati e solo per alcuni dei numerosi capi di imputazione contestati in primo grado. Gli imputati contro la cui assoluzione i pm hanno fatto ricorso sono Massimo Leopizzi, Artur Marashi, Fabrizio Fileni, Paolo Taccone, Davide Traverso, Piermarco Pellizzari, Nicolò Garibotto e Fabio Donato. Dal ricorso sono stati esclusi i reati tributari. Per sei di loro resta l'accusa dell'associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie di reati come la violenza privata, le lesioni e il lancio di oggetti pericolosi.

Ai vertici dell'associazione secondo l'accusa ci sarebbero Leopizzi e Marashi che avrebbero alimentato un "clima intimidatorio e di pressione" nei confronti dell'allora presidente Enrico Preziosi, della società e dei giocatori e garantito la "pace del tifo" in cambio di denaro.

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