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Omicidio in barberia, rinviati a giudizio i titolari del negozio dove lavorava Mahmoud

Accusa di omicidio premeditato per Tito e Bob, gli assassini del diciannovenne. Il giovane fu ucciso a Sestri e i resti poi gettati nel torrente Entella

19 Aprile 2024

Omicidio in barberia, rinviati a giudizio i titolari del negozio dove lavorava Mahmoud
Pianificarono a tavolino il delitto e lo commisero per motivi "abietti o futili", smembrando poi il cadavere. Per questo il giudice dell'udienza preliminare Angela Maria Nutini ha disposto il rinvio a giudizio a carico di Abdelwahab Kamel detto Tito, egiziano di 27 anni, e di Abdelghani Ali detto Bob, suo connazionale ventiseienne. La prima udienza si terrà il 30 maggio a Genova ed entrambi rischiano l'ergastolo. Il pm Daniela Pischetola, alle cui istanze il gup ha dato corso, li accusa dell’omicidio premeditato di Mahmoud Abdalla, parrucchiere diciannovenne che lavorava nel “Barber Shop Alì” di via Merano a Sestri Ponente, e che massacrarono il 23 luglio 2023 in un appartamento di via Vado usato come dormitorio da vari dipendenti. Dopo aver straziato il giovane, i killer posizionarono il suo corpo in una valigia, lo trasportarono a Chiavari dove gestivano un altro salone e qui, una volta sezionato, abbandonarono i resti nel torrente Entella.

Mahmoud era stato ucciso il 23 luglio 2023 in un appartamento di via Vado. a Sestri Ponente. Quel pomeriggio Tito e Bob avevano convocato in una trappola mortale il ragazzo che voleva il suo stipendio e voleva trovare un lavoro migliore. Lo hanno accoltellato a morte in quell’appartamento e poi, a bordo di un taxi, con il cadavere del ragazzo in una valigia sono andati a Chiavari e nella notte hanno portato il corpo sulla spiaggia, gli hanno tagliato la testa e le mani gettando i resti in mare. Mahamoud sosteneva che in quella barberia di via Merano avevano contratti da 4 ore e ne lavoravano 12 e aveva molti stipendi arretrati per qualche migliaio di euro. E dopo la ‘ribellione del 18enne, un altro ragazzo aveva deciso di andarsene per la stessa ragione. Scatenando probabilmente anche per questo la rabbia dei suoi datori di lavoro. Bob e Tito, sono stati arrestati grazie alle indagini dei carabinieri guidati da Michele Lastella, che hanno ricostruito meticolosamente i movimenti degli indagati prima e dopo il delitto anche grazie alle telecamere di sorveglianza. I due sostanzialmente hanno ammesso il delitto seppur scaricandosi addosso a vicenda parte delle responsabilità . Tito in particolare ha detto che era stato il giovane a tirargli un pugno e che poi nella colluttazione sarebbe finito sopra il coltello, ricostruzione incompatibile con le lesioni riportate e con il fatto che i due avessero comprato il coltello e la mannaia poco prima del delitto.

Tito, difeso dagli avvocati Carlo Manti e Fabio Di Salvo e Bob, difeso dagli avvocati Salvatore Calandra e Elisa Traverso. potrebbero proporre ai familiari di Mahmoud una prima piccola tranche di risarcimento. Il fratello di Mahmoud , che vive a Milano, oggi era in attesa fuori dall’aula. I genitori e altri due parenti vivono invece in Egitto. Secondo quanto appreso ciascuno dei parenti avrebbe chiesto un risarcimento danni di 140 mila euro.

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