18 Marzo 2024
La procura di Genova ha chiesto e ottenuto un provvedimento di sequestro preventivo per la casa maternità Le Maree di corso Torino, a Genova, quartiere della Foce, struttura in cui le donne in gravidanza vengono assistite prima, durante e dopo il parto, che avviene non in ospedale ma nei locali del centro. A far scattare la misura l’assenza delle autorizzazioni necessarie per gestire un centro in cui avvengono parti e viene organizzata anche la degenza successiva di madri e neonati. La procura di Genova contesta inoltre le lesioni colpose su nove neonati, e il pubblico ministero Giuseppe Longo ha indagato quattro ostetriche che lavorano nella casa maternità.
Per il pm la struttura svolge attività per cui sono necessarie autorizzazioni speciali da parte del prefetto o del sindaco, autorizzazioni che – come spiega l’avvocata Francesca Pastore, che difende le ostetriche – non sono presenti perché la casa maternità non è regolamentata a livello regionale. L’inchiesta era in realtà già stata avviata e poi archiviata, ma un’integrazione da parte dei Nas ha spinto il pm a chiedere una riapertura per disporre ulteriori accertamenti. I carabinieri si sono concentrati su nove casi di neonati che, subito dopo il parto, hanno avuto bisogno di un intervento del 118 e, in alcuni casi, di un ricovero all’ospedale Gaslini per complicanze insorte “durante o nelle fasi successive al parto”. Un neonato in particolare sarebbe rimasto in degenza nella struttura per almeno 48 ore dopo la nascita, e gli accertamenti sono finalizzati a capire se le complicanze insorte abbiano o meno a che fare con la permanenza al centro.
Un altro aspetto su cui si stanno concentrando gli inquirenti riguarda alcuni farmaci trovati all’interno della casa maternità nel corso dell’ispezione condotta a inizio marzo. Si tratta di medicinali a uso ospedaliero dispensati dal servizio sanitario regionale, alcuni scaduti o mal conservati, tra cui anche uno che ha effetto abortivo: “Farmaci – scrive il giudice Alberto Lippini nel decreto di sequestro – che si può ragionevolmente ipotizzare siano provento di furto in danno del servizio sanitario”. I Nas hanno inoltre riscontrato carenze igienico sanitarie.
Alla luce degli accertamenti in corso e del vuoto legislativo causato dall’assenza di una normativa regionale che indichi con esattezza i requisiti strutturali, organizzativi e assistenziali cui deve attenersi una casa maternità, il giudice ha accordato il sequestro preventivo per garantire “la sicurezza e la salute della gestante e del bambino”. Per gli inquirenti la mancanza di autorizzazioni “implica l’impossibilità da parte degli organi di controllo di esercitare qualsivoglia attività di vigilanza perché non avrebbero alcun titolo per farvi accesso”.
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