31 Dicembre 2023
Quando l’ex moglie gli ha chiesto di aiutarla perché il nuovo compagno la picchiava, Antonino Fiumanò, 45 anni, si trovava a bordo della sua Range Rover insieme a Bruno De Pasquale, un amico arrivato da pochi giorni a Genova dalla Calabria. L’uomo non ci ha pensato due volte ed è corso dalla donna. L'ha trovata a casa in lacrime e con i segni delle percosse. E ha cercato quello che l’aveva ridotta così per farsi giustizia da solo. Il partner della ex era in un bar poco distante e scherzava con gli amici. Fiumanò lo ha preso a schiaffi davanti a tutti: «Picchi le donne? Ora te la vedi con me», gli ha urlato in faccia. Poi lo ha fatto salire con la forza sul suo fuoristrada, continuando a prenderlo a botte. Per il sostituto procuratore Federico Manotti, e per la squadra mobile che ha condotto le indagini, Fiumanò e De Pasquale - difesi rispettivamente dagli avvocati Giulia Liberti e Mario Iavicoli - hanno commesso i reati di sequestro di persona, lesioni personali (la vittima è stata dimessa dall’ospedale con una prognosi di 14 giorni). Con l’aggravante del metodo mafioso.
Accuse che per la difesa non sussistono: «Fiumanò ha difeso l’ex moglie mentre De Pasquale si trovava in auto casualmente e non ha alzato un dito contro quell’uomo», spiega l’avvocato Iavicoli. Il processo, con il rito ordinario perché gli imputati non chiedono sconti di pena convinti di dimostrare in aula la loro versione dei fatti, inizierà il prossimo 17 gennaio. L’aggressione risale alla fine di marzo scorso: Fiumanò stava facendo visitare Genova all’amico quando ha ricevuto una chiamata dalla donna con cui fino a qualche anno fa era sposato. I due nonostante il divorzio sono rimasti in ottimi rapporti e per questo l’ex moglie, dopo l’ennesimo pestaggio, si è rivolta a lui. La richiesta d’aiuto ha fatto accorrere il quarantacinquenne, che secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile ha dato la caccia al partner violento. Trovandolo all’interno di un bar. Ed è qui che le versioni di accusa e difesa divergono: secondo il pm Manotti la coppia di “giustizieri” ha picchiato l’avversario fino a causargli lesioni guaribili in 14 giorni. Secondo i legali degli imputati, invece, nel locale si è scatenata una sorta di rissa tra i due e gli amici dell’uomo a cui volevano dare una lezione. Fatto sta che, dopo averlo colpito al volto con uno schiaffo, lo hanno trascinato in auto e lo hanno portato in giro per la città. Secondo gli inquirenti continuando a picchiarlo, secondo i difensori portandolo all’ospedale. Pure le testimonianze di chi ha visto l’aggressione all’interno del bar e nelle immediate vicinanze del locale, divergono: c’è chi sostiene che Fiumanò e De Pasquale si sono avventati contro la vittima e chi invece dice che quest’ultimo si è fatto aiutare da chi si trovava con lui e ha risposto all’assalto. Una rissa invece di un sequestro di persona, insomma. Ed è su questo aspetto che punteranno gli avvocati Liberti e Iavicoli. L’uomo picchiato, invece, non ha sporto denuncia. Si è contraddetto più volte e non si è costituito parte civile al processo.
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