12 Dicembre 2023
La sentenza del processo sul crollo del ponte Morandi, che il 14 agosto del 2018 costò la vita a 43 persone e provocò centinaia di sfollati, arriverà prima del previsto. E cioè entro la fine del 2024 (i primi reati si prescriveranno nell’ottobre del 2026). Come aveva annunciato ieri in aula, l’avvocato Nicola Santi, che difende l’ex numero tre di Aspi Michele Donferri Mitelli, oggi ha confermato di rinunciare a circa un centinaio di testi a difesa che aveva inserito nella sua lista. Anche l’avvocato Giovanni Ricco ha depositato la rinuncia di tutti i suoi testi, circa una ventina. E altri avvocati potrebbero, nel corso delle prossime udienze, rinunciare a diversi testimoni, anche a causa delle difficoltà di ‘citazione’ come è emerso: ieri dei cinque testimoni convocati dagli avvocati degli imputati Massimo Meliani e Giampaolo Nebbia ne sono arrivati solo due. Raccomandate non ritirate, testimoni che lavorano all’estero che hanno cambiato indirizzo.
Anche se per rinunciare ai testimoni serve il via libera della Procura (che non in tutti i casi potrebbe dare il consenso), quello che è emerso alla ripresa del dibattimento pare una nuova svolta per il maxi processo per il crollo. Il tribunale ha deciso che da gennaio gli avvocati dovranno citare 8-9 testimoni per udienza. Dei 350 testimoni in lista, dopo le rinunce potrebbero restarne circa 200, che saranno sentiti nei primi mesi del 2024. Poi ci sarà la fase, decisiva, della nuova audizione dei periti insieme a quella dei consulenti tecnici delle difese. Si parlerà quindi di nuovo delle cause del crollo e della situazione in cui versava il ponte Morandi prima della strage del 14 agosto 2018. Obiettivo delle difese è quello di sostenere come quel crollo sia stato improvviso e soprattutto non prevedibile dalle attività di sorveglianza che, secondo i difensori degli imputati, erano regolarmente svolte. Entro l’estate potrebbero arrivare le requisitorie della Procura che produrrà anche una seconda memoria conclusiva sul processo a cui sta lavorando il pm Massimo Terrile, insieme ai colleghi Walter Cotugno e Marco Airoldi. Calcolando i tempi per le conclusioni da parte degli avvocati dei 58 imputati si può immaginare di arrivare a sentenza entro la fine dell’anno.
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