08 Novembre 2023
Ciro Grillo; fonte: Ciro Grillo, Instagram
Prosegue il processo che vede coinvolti il gruppo di amici di Ciro Grillo e la ragazza vittima del presunto stupro da lei affermato essere stato perpetrato dagli imputati. Ieri si è dipanato il primo racconto in aula della violenza che sarebbe stata messa in atto dai 5 giovani genovesi.
“Ero paralizzata, volevo urlare, ma non riuscivo a muovermi, mi hanno costretta a bere vodka. Dopo quella notte ho tentato il suicidio sotto un treno”. Sono queste le prime frasi pronunciate dalla ragazza vittima di presunta violenza sessuale di gruppo, durante l’udienza del processo che vede imputato Ciro Grillo, figlio del noto comico genovese, assieme ai suoi tre amici: Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Si tratta inoltre del passaggio più drammatico dell’interrogatorio della ragazza davanti al collegio del tribunale sardo di Tempio Pausania, che è stato anche interrotto per circa dieci minuti dopo che la giovane è scoppiata in lacrime quando le è stato chiesto di ricostruire quella serata del 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo.
“Una ragazza devastata, che ha tentato il suicidio. Per noi legali questi sono i momenti più difficili, è stata una deposizione tra i singhiozzi”, ha dichiarato all’uscita dall’aula Giulia Bongiorno, avvocato di parte civile della ragazza italo-norvegese. “Sono giornate dolorose, vedere una persona che, nel raccontare quello che le è accaduto, ha parlato di tentativi di suicidio, atti autolesionistici, corse verso i binari per farsi mettere sotto il treno, forse fa capire che a volte si banalizzano fatti che sono di una gravità inaudita, che devastano”.
Secondo quanto dichiarato ieri durante l’udienza, attualmente la ragazza soffrirebbe di problemi alimentari e avrebbe manifestato comportamenti autolesionistici, disturbi che potrebbero essere riconducibili ad un trauma subìto a causa di violenza.
Per quanto riguarda il suo racconto a singhiozzi di quella sera, la giovane ha detto di aver bevuto la notte del presunto stupro, ma di essere stata costretta a farlo con la forza, e che non avrebbe dunque avuto un rapporto sessuale consenziente. “Con una mano mi hanno preso per il collo e con l’altra mi hanno forzato a bere vodka”, ha confermato durante l’udienza.
La difesa ha contestato la ricostruzione facendo leva sulle immagini acquisite dai video dei telefonini degli imputati. “La ragazza ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero e della sua legale Giulia Bongiorno, ma dalla sua deposizione emergono tante contraddizioni”, ha dichiarato uno degli avvocati del pool della difesa, Antonella Cuccureddu, al termine della prima giornata di deposizione in aula.
Oggi si torna in aula e la studentessa di origini italo-norvegesi dovrà rispondere ad ulteriori domande poste dalla difesa.
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