06 Ottobre 2023
Fonte: Virgilio notizie
“Bullo”, “ducetto”, “cazzaro”, “mollusco”, “disperato”, “caso umano”, “mitomane”, “stalker”, “cozza”, “criminale”. Sono alcuni dei termini poco gentili (eufemismo) col quale Marco Travaglio ha definito Matteo Renzi in 14 articoli apparsi sul Fatto Quotidiano per i quali lo stesso Travaglio e la società dovranno risarcire il leader di Italia Viva con 80mila euro a fronte dei 2 milioni di euro chiesti dall’ex premier.
“Una vera e propria campagna denigratoria”, riporta la sentenza, di “eccezionale gravità, per la quale è prevista una condanna risarcitoria in misura superiore a 50mila”. A pesare anche gli “appellativi offensivi” citati dal denunciante. La campagna diffamatoria, ha spiegato il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze, è attribuibile “ai soli convenuti Marco Travaglio e alla società editoriale il Fatto S.p.A., in solido tra loro, poiché deve ascriversi anche questa volta alla linea editoriale del quotidiano, più che ai singoli autori degli articoli”. Due giornalisti del Fatto, citati anche questi dall’ex premier, non sono stati condannati. Alla fine del dispositivo viene indicata la cifra finale, 80mila euro, che sia il direttore sia la società devono a Renzi come risarcimento. Non solo: il dispositivo sarà pubblicato per una sola volta sul Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, a caratteri doppi rispetto a quelli normali e, per una sola volta ma per almeno tre giorni, sul periodico cartaceo il Fatto Quotidiano e sul periodico digitale IlFattoQuotidiano.it.
“Il tempo è galantuomo”, ha commentato Renzi su X. “Basta saper aspettare, come vi ho sempre detto. Stamani Marco Travaglio è stato condannato a pagare oltre 80mila euro per un risarcimento danni nei miei confronti. La prossima settimana il pm Luca Turco è stato convocato dal Csm. Un passo alla volta e le cose vanno avanti nella giusta direzione. Chi ha ragione, prima o poi se la vede riconosciuta. Ma quanta fatica, quante udienze, quanti soldi dei cittadini buttati via”.
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